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Voci di coraggio: la storia di Chiara e la sua fuga dalla violenza.



Ogni giorno, in Italia, oltre 80 donne si rivolgono a un centro antiviolenza, ma quante di loro non riescono a fare il primo passo? Quante di loro rifiutano di chiedere aiuto?


La storia che verrà raccontata è quella di Chiara Balistreri, una giovane ragazza che ha deciso di dire basta a un loop in cui era intrappolata da oltre 5 anni. La storia di Chiara è diventata virale e conosciuta grazie a un video della ragazza stessa, che ha deciso di attirare l’attenzione non solo delle forze dell’ordine, ma anche dei media, delle persone e soprattutto delle altre donne che, come lei, si trovavano in una quotidianità devastante.


Chiara racconta di aver incontrato il suo, ormai, ex-fidanzato grazie ad amicizie comuni nel lontano 2017, lei all’epoca era minorenne e sin da subito i due passavano molto tempo insieme soprattuto a casa di lui, vicina alla scuola della ragazza.


La ragazza descrive la prima violenza subita un anno dopo dal loro fidanzamento in un parco pubblico e racconta come questo gesto sia stato il primo di una lunga serie di violenze subite negli anni della relazione. Oltre alle continue violenze fisiche, verbali e psicologiche riporta la prima volta che ha deciso di allontanarsi e tornare dalla madre, il 30 settembre 2019, Gabriel, il nome del suo attuale ex-ragazzo, le chiese un incontro chiarificatore. Si fece trovare sotto casa in macchina, insieme ad alcuni suoi conoscenti, e caricò la ragazza con la forza nel veicolo per riportarla a casa sua.

La scena fu assistita dalla nonna materna della ragazza, che chiamò subito le autorità temendo per l'incolumità della nipote.


Questo, però, fu solo il primo sequestro di Chiara. Il secondo avvenne a Capodanno 2020. Chiara racconta di aver raggiunto Gabriel in Romania, paese natale del ragazzo, per trascorrere l'ultima settimana delle vacanze natalizie insieme. Dopo alcune settimane, manifestò l'intenzione di tornare a casa, ma Gabriel le sequestrò il telefono, riempiendola di calci e pugni. Solo ad aprile riuscì a tornare in Italia grazie a un aereo dell'ambasciata. Da quel momento, temendo per se stessa, Chiara si allontanò per cercare di andare avanti, fino al 2022, quando si riavvicinò al ragazzo. Il 15 febbraio 2022 subì un pestaggio che durò tra i 15 e i 20 minuti, durante il quale le ruppero il naso e si ritrovò con diverse ecchimosi sul volto e sulle braccia. Chiara racconta la vicenda, sottolineando che, se non ci fosse stata la famiglia del ragazzo a fermarlo, non sa se si sarebbe fermato. Dopo quest'ultima violenza fisica, la ragazza dice basta, decidendo di denunciarlo.


Viene presentata un'ordinanza applicativa e la misura cautelare conferma la pericolosità sociale del giovane. Il decreto dell'11 ottobre 2022 dispone gli arresti domiciliari per Gabriel Constantin, che si ritrovò agli arresti domiciliari senza però il braccialetto elettronico e, aiutato dalla madre, decise di fuggire nel suo paese natale Nonostante l’allontanamento da parte di Chiara le minacce di Gabriel continuano per due anni e mezzo, minacciandola di ucciderla e di versarle l’acido in volto per averlo denunciato, Chiara timorosa per la sua vita continuava ad aspettare le notizie da parte delle forze dell’ordine nella speranza dell’arresto del ragazzo.


Un mese fa, le forze dell'ordine chiamarono la ragazza informandola che una telefonata anonima li aveva avvisati della presenza di Gabriel nel paese in cui viveva, suggerendole di recarsi in una abitazione sicura. Qualche settimana dopo, il 26 ottobre, le arrivò un'altra telefonata in cui la informavano che il ragazzo era stato arrestato, grazie sempre a una telefonata anonima. Chiara racconta la vicenda nei suoi video e nelle interviste e finalmente riesce a tirare un sospiro di sollievo per l'arresto del ragazzo, fino a quando le arriva l'ennesima telefonata da parte delle forze dell'ordine: Gabriel, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari senza però l'applicazione del braccialetto elettronico, era evaso nuovamente.


Chiara ha deciso di raccontare la sua storia per poter dire la verità, chiedere aiuto e aiutare le altre donne che si trovano nella sua stessa situazione, cercando di infondere coraggio e di allontanare la paura di rimanere in silenzio. Sperando di poter vivere una vita tranquilla, senza più violenze da parte del ragazzo, e confidando che prima o poi sia fatta giustizia.


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