Un rifugio violato
- Alessia D'avanzo
- 7 feb
- Tempo di lettura: 2 min

La scuola rappresenta un luogo di istruzione e conoscenza, ma al tempo stesso un rifugio in cui i ragazzi possono ritrovare tranquillità, sostegno e fiducia. Ma cosa succede quando un luogo sicuro viene contaminato? Cosa succede quando la tranquillità e la serenità vengono violate?
Questo è ciò che è accaduto nella scuola media “Catello Salvati” di Castellamare di Stabia, dove un insegnate di sostegno è stata accusata di aver abusato sugli studenti e aver intrapreso conversazioni a sfondo sessuale con questi ultimi.
Il 14 novembre scorso, la professoressa è stata aggredita da un gruppo di genitori fuori dalla scuola, insieme al padre, intervenuto per difenderla. Entrambi hanno riportato diverse lesioni e da lì sono iniziate le indagini. L’aggressione dei genitori è avvenuta dopo che sei alunni, minori di 14 anni, hanno raccontato degli eventi riguardanti l'insegnante.
Le testimonianze dei ragazzi e le informazioni riprese, da parte dei carabinieri, dai file audio estratti dal telefono dell’insegnate e da quelli dei ragazzi riprendono gli abusi e come le prime azioni malevoli sino iniziate nell’ottobre del 2023. Viene ripreso come l’insegnate di sostengo, di uno dei minori coinvolti, con la scusa di impartire ai ragazzi lezioni private portava gli interessati durante l’orario scolastico in un’aula riservata della scuola soprannominata anche da lei stessa “la saletta”. Nella saletta mostrava agli alunni materiale pornografico commentandolo, riprendeva diversi discorsi con materiale sessuale esplicito e chiedeva ad alcuni di loro di assumere un comportamento sessuale esplicito verso i propri compagni, inoltre ha abusato di uno dei sei ragazzi praticandogli un rapporto orale.
Quando non è stato più possibile utilizzare la stanza all’interno dell’istituto, non è sopraggiunto alcun tipo di problema trasformando “la saletta” in luogo virtuale attraverso un gruppo sulla piattaforma di Instagram, in cui le uniche conversazioni che sono state ritrovate ed analizzate riprendevano la stessa dinamica della situazione all’interno dell’istituto. Il silenzio da parte delle vittime è stato indotto dalla donna stessa minacciandoli di poter fare arrestare i loro genitori da un presunto fidanzato militare, uno di loro ha deciso di superare la paura e il timore confidandosi in famiglia e ciò ha portato al confronto da parte dei genitori che hanno aggredito in seguito la donna.
La donna è stata arrestata dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia dopo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata con l’accusa di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenni. La donna si trova attualmente presso il carcere femminile di Benevento.
La notizia ha suscitato molto scalpore tra i genitori e tra tutti coloro che l'hanno appresa. Il sentimento provocato da ciò non è stato solo di tristezza, ma anche di rabbia e delusione da parte dei genitori, per una figura che avrebbe dovuto proteggere i propri figli, e di grande sfiducia nei confronti dell'intero sistema.
Ci sono state molte parole e riflessioni sull'accaduto, ma una cosa è certa: il coraggio di uno dei ragazzi è stato fondamentale per porre fine agli abusi e la rottura del silenzio è essenziale per ottenere giustizia.
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