Un altro omicidio, ma a casa loro - Navalny è stato ucciso
- Il Napoletano Espanso
- 26 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Mentre la guerra imperversa nelle ormai desolate terre ucraine, non mancano notizie alquanto sconcertanti che provengono dal Cremlino. Secondo alcuni giornali russi, Aleksej Anatol'evič Naval'nyj, uno dei più noti oppositori del presidente russo Vladimir Putin, è morto nella giornata del 16 febbraio. La cosiddetta “morte improvvisa” che i media russi hanno annunciato, lascia molti dubbi e perplessità riguardo il passato burrascoso dell’ attivista.
Più precisamente, Navalny, durante la carriera politica, si era posto come principale oppositore di Putin: aveva dato il suo consenso ai matrimoni di coppie omosessuali, nel 2012 era stato inserito tra i “100 personaggi più influenti al mondo” secondo la rivista Times ed è stato candidato al Premio Nobel per la pace nel 2021 da alcuni membri del parlamento norvegese.
In più si candidò per le elezioni comunali di Mosca del 2013 e ottenne il secondo posto, dietro solo a Sergej Semënovič Sobjanin. Fondatore nel 2018 del “Partito Democratico del Progresso - Russia del Futuro” (successore del “Partito del progresso”) si è schierato fin da subito in forte opposizione al presidente russo e al partito “Russia Unita”.
Nell’ultimo decennio, tuttavia, ha avuto diverse condanne per fatti legati a lui e non; tra questi il più recente è quello accaduto del 2021, quando, di ritorno a mosca da Berlino nella serata del 17 gennaio, è stato arrestato e processato nel giro di poco tempo. Ciò è avvenuto dopo essere sopravvissuto ad un avvelenamento da un agente nervino (precisamente il “Novichok”). Il governo e lo stesso Putin decidono di liberarsi di questo grande problema chiamato Naval'nyj quando, nell’agosto del 2023, il dissidente viene fatto condannare a 19 anni di carcere per aver "presumibilmente finanziato attività estremiste, incitato pubblicamente ad attività estremiste" e "riabilitato l'ideologia nazista".
Il 26 settembre, dello stesso anno, la prima Corte d'appello di giurisdizione generale ha riconosciuto la legalità della decisione di condanna a 19 anni di detenzione nella colonia penale di massima sicurezza IK-6 nel villaggio di Melekhovo. Il politico negli ultimi anni comunque è stato trasferito più volte, spesso di nascosto, in diverse prigioni simili alla prima, in modo che nessuno potesse accorgersi delle crudeltà che stava subendo lo stesso Naval'nyj.
Negli ultimi giorni sono giunte nuove notizie che mettono in risalto il modo in cui è stato ucciso il politico russo durante la sua permanenza in carcere e come ciò abbia creato scalpore tra i suoi seguaci e la sua famiglia.
Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, sembra aver avanzato nuove ipotesi sulle cause del decesso, mentre la stessa madre del defunto sta chiedendo a Putin di riavere il corpo del figlio “immediatamente”. Secondo Osechkin, che ha citato una fonte interna alla prigione IK-3, i lividi trovati sul corpo sono compatibili con il "pugno unico", tecnica già usata dai sicari del Kgb sovietico; e, prima della sua morte, Navalny, è stato costretto a trascorrere più di due ore e mezza all'aperto, dove la temperatura poteva scendere fino a -27 gradi.
Tra i Paesi esteri, il più duro è stato il Regno Unito, dove Rishi Sunak ha avviato un processo per sei funzionari russi e ha ufficialmente chiesto a Putin spiegazioni sul caso.
Intanto, mentre l'Ue ha raggiunto un accordo di principio sul tredicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia, l'ex presidente Usa Donald Trump è tornato a paragonarsi a Navalny, denunciando una persecuzione contro di lui negli Stati Uniti e aggiungendo che per il dissidente sarebbe stato meglio non tornare nel paese natio. L’attuale premier Joe Biden ha condannato questa affermazione, ritenendo irrispettoso parlare di Navalny senza colpevolizzare Putin dell’accaduto.
Nel frattempo, anche il dissidente russo Vladimir Kara-Murza ha fatto sentire la sua voce per accusare il presidente russo di essere "personalmente responsabile della morte di Navalny", perché questi "era suo prigioniero personale, e solo su suo ordine personale potevano agire gli avvelenatori".
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