Turchia e Siria: due nazioni scosse dalla natura
- Alessandro Di Giovanni
- 21 mar 2023
- Tempo di lettura: 3 min
di Alessandro Di Giovanni

Durante la notte del 6 febbraio, una forte scossa di terremoto ha colpito una vasta area
situata tra il Sud della Turchia e il Nord della Siria.
L’epicentro del terremoto si colloca in una zona compresa tra le due città turche di Gaziantep e Nurdagi, e l’ipocentro si trovava a poco meno di 18 Km di profondità.
La prima scossa di terremoto è stata rilevata dai sismografi alle 4:17 del fuso orario turco ed è stata registrata con una magnitudo di 7.8 Mww, seguita da varie scosse di assestamento con magnitudo compresa fra 5.0 Mww e 6.7 Mww. La seconda scossa è stata invece registrata alle 13:24 del fuso orario turco, con magnitudo 7.5 Mww.
Questo terremoto ha distrutto intere città della zona, uccidendo oltre 50.000 persone e lasciando oltre 5 milioni di abitanti senza casa, il numero dei morti e degli sfollati però non è preciso e tenderà ad aumentare, dato l’altissimo numero di dispersi tra le macerie delle abitazioni. Inoltre, vari maremoti sono avvenuti a Cipro ed altre città in Turchia.
Secondo gli scienziati, questo è il terremoto, tra quelli avvenuti in Turchia, più catastrofico dell’ultimo secolo, arrivando al grado XI della scala Mercalli, però, questo sarà solo il primo di molti, forse ancora più distruttivi.
Infatti, la zona dove è avvenuto il terremoto è posta sulla placca anatolica (che corrisponde alla Turchia) circondata dalla faglia anatolica orientale e quella settentrionale ed è considerata una zona ad altissimo rischio sismico.
Questa placca è separata, dalle due faglie pre-citate, dalla placca eurasiatica a Nord, quella araba a Sud-Est e da quella africana a Sud. A causa del movimento di queste placche, la placca anatolica è continuamente spinta verso Sud-Ovest, facendo in modo che le faglie scorrano lateralmente fra loro, accumulando energia che viene sprigionata sotto forma di onde sismiche.
Sebbene questi movimenti avvengano a velocità infime, circa 8 mm all’anno, l’energia accumulata da questo fenomeno può portare a conseguenze disastrose come in questo caso. Infatti, questa scossa di terremoto, ha ulteriormente fratturato la crosta terrestre, “allungando” perció la faglia di 300 Km, quando questa già si estendeva per 1200Km, ampliando irrevocabilmente il raggio della zona che sarà colpita dal prossimo
terremoto.
Una situazione simile, in quanto a posizione rispetto alle placche e di movimento rispetto a queste, si presenta in California, con la Faglia di San Andreas. Questa faglia è infatti di tipo trascorrente e delimita la placca pacifica da quella nordamericana, che, come la placca eurasiatica e quella africana, si muovono una contro l’altra, portando la placca della California a muoversi verso Nord. Nel paese si sta attendendo il “Big One”, un terremoto così potente da riuscire a distruggere l’intera California, e, secondo alcuni, staccarla addirittura dalla terra principale degli Stati Uniti.
Perciò, viste le varie analogie tra la faglia di San Andreas e la faglia anatolica orientale (che sono simili anche in quanto a lunghezza e velocità di scorrimento), gli scienziati non escludono che una cosa del genere possa accadere anche in Turchia.
Infine, ciò che ha aggravato maggiormente sul disastro, vi è stata una completa ignoranza di questi pericoli da parte dei Governi turchi e siriani, infatti, sebbene questi eventi si stessero aspettando da anni, né il governo turco né quello siriano hanno agito costruendo degli edifici antisismici e a prova di terremoti.
Perciò, il meglio per queste popolazioni, sarebbe assisterle, trascurando gli interessi politici, pensando più alle pene che questi popoli stanno provando che agli ordinamenti degli stati (che sappiamo essere entrambi in un regime dittatoriale o in cui i diritti umani non sono rispettati), e facendo in modo che vengano sfruttate le tecnologie a nostra disposizione per il bene comune.
E tu cosa ne pensi? Dicci la tua!
Comments