"“Tu ‘si ‘na cosa grande“ di Gaetano Pesce a Napoli
- Miriana Costagliola
- 15 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
9 Ottobre 2024. Da poco è stata installata a Napoli l’opera d’arte di Gaetano Pesce, “Tu si na cosa grande”. L’opera ha subito fatto discutere le folle.
Come premessa sarebbe meglio dire che l’opera sposa l’amore per Napoli con la persona di Pesce. Difatti, prima di morire l’artista ha voluto lasciare un ultimo regalo alla sua amata Napoli, omaggiandola con questa opera. Essa è stata inserita nel programma di Napoli Contemporanea insieme alla Venere degli Stracci di Pistoletto.
L’opera di Pesce in realtà consiste di due opere affiancate: la rivisitazione dell’abito di Pulcinella e poi un cuore rosso trafitto da una freccia metallica. I temi sono ricorrenti come per la Venere degli stracci, cioè la bellezza femminile e l’arte dello scarto. Un’arte povera che arricchisce la vista di chi passa davanti ad essa, questa è l’arte concepita da Pesce. Ma non manca il commento di occhi perversi che guardano l’opera come un’installazione sessuale.
Probabilmente (chi può saperlo?’) per l’autore anche questa serie di pensieri erano ciò che si auspicava di far nascere. In una società in cui tutto si sessualizza, anche l’arte non rimane indenne da tale modo di fare.
Dal punto di vista concettuale, probabilmente si può fare un discorso simile a quello su Duchamp, che affermava, attraverso le sue opere taglienti, che oramai tutti oggi vengono considerati artisti contemporanei, pur non realizzando opere di elevato successo. Eppure, come per Duchamp, sono le opere d’arte che tradiscono il concetto stesso, in quanto oggi anche Duchamp è famoso per opere non appetibili esteticamente o di facile intuito. Di intonazione provocatoria, le opere di questi artisti fanno parlare di sé e del loro autore sotto ogni aspetto, non c’è ombra di dubbio.
Che l’arte debba provocare è un concetto che si protende dagli albori del patrimonio artistico mondiale. Che Pesce volesse provocare o meno, ci è riuscito e ora Napoli intera ne parla, attuando un passaparola che renderà famosa questa opera in pochissimo tempo. Foto sui social, articoli derisori e quant’altro non fanno che aumentare la popolarità del tributo a Napoli.
Un tributo che, infine, dichiara amore eterno a Napoli sfidando la morte.

Perché l’arte è viva non solo se sfida la morte, ma anche se viene chiacchierata e guardata con spirito critico.
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