Arte viva in un mondo che scorre veloce
- Maria Francesca Formisano
- 24 lug
- Tempo di lettura: 2 min

Oggi ci troviamo immersi in un mondo completamente digitale: basta digitare un titolo per avere accesso immediato a video e film di ogni tipo. Tutto è veloce, tutto è a portata di mano. Un piacere istantaneo, ma che spesso dura solo il tempo di un clic.
In questo scorrere rapido, è difficile dare voce alle emozioni. Le parole si perdono, talvolta per pigrizia, e l’odio sembra contaminare la quotidianità.
Nonostante ciò, c’è un’arte che continua a splendere: l’arte del teatro.
Da Eschilo a Shakespeare, il teatro ha raccontato la storia dell’umanità. Ha saputo fondere in sé canto, ballo, recitazione, coinvolgendo e commuovendo generazioni di spettatori.
Oggi, però, al teatro non viene più riconosciuta l’importanza che merita.
Eppure, è uno strumento educativo potente: coinvolge, sprona, insegna. Nelle scuole, i laboratori teatrali offrono ai ragazzi una disciplina nuova, la possibilità di esprimersi, di conoscere sé stessi e gli altri.
Sul palco si racconta il reale, spesso con leggerezza, strappando un sorriso anche di fronte a verità difficili. Le tematiche trattate parlano del presente, rendendo il teatro uno specchio vivo della società. A differenza del mondo virtuale, il teatro richiede presenza: sguardi, emozioni, errori e ripartenze. È fatto di ansie, di paura, ma anche di soddisfazioni. Non c’è filtro, non c’è finzione. Solo verità.
Oggi tanti teatri rischiano la chiusura. Tocca a noi, giovani, riscoprirli e sostenerli. Una serata tra quelle poltrone rosse può essere molto più di un semplice svago: può diventare un atto di resistenza culturale.
Il teatro non è solo intrattenimento. È bellezza, è memoria, è lotta. È il luogo dove impariamo a non avere paura di essere noi stessi.
Difendere il teatro significa difendere chi siamo.
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