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Tra la storia e la leggenda: l’incredibile impresa di Jesse Owens

Aggiornamento: 3 gen 2023

di Giulio Carnevale



Il 12 Settembre 1913 in America più precisamente ad Oakville nasceva uno dei più grandi atleti che le Olimpiadi possano aver vantato. Questo ragazzino di colore si chiamava Jesse Owens ed aveva una sfegatata voglia di mangiarsi il terreno. In quel periodo storico le persone di colore non erano ben viste in America e venivano viste altrettanto male in Germania dove regnava il regime Nazista instaurato dal Fuhrer Adolf Hitler. Le Olimpiadi in cui Owens scrisse la storia si svolsero proprio nella capitale del regno Nazista a Berlino durante l’estate del 1936.


Non doveva essere semplice per un ragazzo di 23 anni afroamericano andare nella capitale del regno che lo riteneva inferiore a svolgere la più grande manifestazione sportiva di sempre. Ma Owens era consapevole della sua forza e fu proprio durante quella manifestazione che Jesse (questo era il suo soprannome) come un raggio di sole illuminò quell’atmosfera cupa che si poteva riscontrare in quel periodo vincendo addirittura 4 medaglie d’oro, un’impresa gigantesca, meravigliosa ed ineguagliabile almeno fino ad’ oggi.


Trionfò nei 100 metri, 200 metri, nella staffetta 4x100 m ed anche nel salto in lungo dominando in lungo e in largo il campo dell’atletica. Si narra inoltre che nella vittoria della sua ultima medaglia d’oro ci sia stato anche lo zampino del suo più grande rivale in ambito sportivo (ma in realtà amico) Luz Long che era il primo contendente al podio ed inoltre rappresentava il modello perfetto della razza ariana; occhi azzurri, capelli biondi, alto e robusto.


Poteva mai essere possibile una cosa simile? Beh si, perché in fondo dietro ognuno di noi si nasconde un lato umano, magari non tutti siamo sempre capaci di mostrarlo e di trarre sempre il meglio da esso, ma infondo nello sport soprattutto l’unione e l’amicizia sono le fondamenta, e dunque nella capitale del regno che ha portato la maggior dose di odio in tutto il mondo per le sue leggi razziali e discriminatorie, aveva trionfato proprio colui che era ritenuto inferiore, questo per informarci del fatto che nessuno è inferiore a nessuno ma sono le gabbie mentali a farci ragionare da trogloditi e a metterci in condizioni di odiare un’altra persona a volte senza alcun senso logico.

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