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Scarpe rosse: purtroppo sempre di moda

Aggiornamento: 1 apr 2022

di Andrea Sellitti



Il 25 novembre è la data dedicata alla protesta contro la violenza sulle donne; le scarpe rappresentano le vittime, il colore rosso invece rappresenta il sangue versato da quelle vite innocenti. Tale iniziativa è stata ideata da un’artista messicana che ha realizzato la sua prima mostra nel 1996 e, attraverso le sue opere, denuncia la violenza contro le donne, soprattutto con l’opera “Red Shoes”, una fila di scarpe rosse in ricordo delle tante vittime di femminicidio. Sarebbe bello se questo giorno avesse perso negli anni un po’ di significato, perché ciò sarebbe stato sintomo di un numero di femminicidi in calo. Purtroppo così non è.


Infatti, come riportano, i dati il fenomeno non accenna a fermarsi: in Italia nel 2019 abbiamo avuto 111 casi di delitti di donne, nel 2020 i casi sono stati 116 e nel 2021, dal 1 gennaio al 21 novembre, 109. Nella nostra epoca, dove il dialogo ha lasciato il posto al turpiloquio, dove se non si alza la voce si ha paura di non essere ascoltati, e dove conta più quanto “ti fai valere” al posto di “quanto sei comprensivo”, è normalissimo l’aumento di episodi di violenza nei confronti dei più deboli, sia sotto il profilo psicologico che fisico.


Ma prima di arrivare alla tragedia c’è da chiedersi: perché le donne non chiedono aiuto? O, cosa ancora più grave, perché le istituzioni giudiziarie non proteggono le donne che trovano il coraggio di denunciare? È diventato insopportabile assistere ai dolorosissimi racconti di donne che sono scampate per miracolo ai propri aguzzini, ma che ancora oggi portano gli evidenti segni corporali delle violenze “gratuite” subite.


Un episodio famosissimo di violenza su una donna è quello di Lucia Annibali, avvocatessa del foro di Urbino. Molti si ricorderanno di lei e del suo caso: il suo nome emerge alle cronache il 16 aprile 2013, quando il suo volto viene totalmente sfregiato con l'acido da due uomini mandati dal suo ex fidanzato Luca Varani, rendendola irriconoscibile.


Un messaggio che vorrei mandare a tutte le donne: non abbiate paura, denunciate, non dovete vergognarvi. Non lasciatevi mettere i piedi in testa. Tutti siamo esseri umani e tutti abbiamo gli stessi diritti. Se subite violenza chiamate subito il 1522 o andate nei centri anti-violenza, vi aiuteranno a riavere una vita.


E tu cosa ne pensi? Dicci la tua!

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