Recuperate Nimona: è come guardare Shrek
- Il Napoletano Espanso
- 21 gen 2024
- Tempo di lettura: 4 min

Nimona riesce, nel 2023, a trattare in chiave contemporanea gli stessi temi presenti in Shrek e ad avere successo nonostante una produzione problematica piena di ostacoli.
Nimona è un film d'animazione del 2023 diretto da Nick Bruno e Troy Quane, è un adattamento cinematografico dell’omonimo fumetto realizzato da Noelle Stevenson. L'opera era inizialmente frutto del lavoro della Blue Sky Studios che ricorderete per film come Robots, L’era Glaciale o Rio, costretta a chiudere i battenti dopo l’acquisizione da parte della Walt Disney Company nel 2021; Annapurna pictures fortunatamente comprò i diritti del film per poi rilasciarlo su Netflix nel 2023.
Anche se Nimona ha avuto molta sfortuna dal punto di vista della produzione, ha ricevuto voti e considerazioni preziose e positive dalla critica (un 75/100 da Metacritic, 8/10 su Rotten Tomatoes e Ben Travis, scrittore del giornale Empire, paragona l’opera a Shrek per il suo modo di sovvertire satiricamente gli elementi tipici delle favole).
Se pensiamo che Shrek doveva essere una punizione per gli animatori che non avrebbero lavorato al Principe d’Egitto, non sorprende che la storia si ripeta con il successo di un’opera che apparentemente sembrerebbe solo la parodia di uno o più generi narrativi. Quando un prodotto è di qualità il pubblico lo nota, quando sotto gli strati di satira e slapstick comedy c’è un’ottima storia se ne accorgono i critici e gli spettatori: molti film hanno provato a ricreare la formula che ha reso Shrek popolare, ma fraintendendola per un mix di riferimenti alla cultura pop del momento e battute grafiche e più esplicite hanno realizzato dei lungometraggi fallimentari e dimenticabili.
Prima di cercare quei punti in comune fra le due opere, è opportuno fare una premessa: un buon film animato non dipende solo dalla sua trama, può tranquillamente non averne una ed essere considerato un capolavoro senza tempo. Esistono inoltre lungometraggi che imitano solo ed esclusivamente il lato satirico e parodistico di Shrek come Hoodwinked che, nonostante l’animazione scadente ed una trama non brillante, eccelle per la sua comicità e per la buona idea di essere omaggio sia alle favole che ai film d'investigazione.
Shrek funziona perché è una storia che parla di un orco che può comportarsi solo come la gente si aspetta che si comporti, che vorrebbe non essere solo uno “stupido e orrendo orco” temuto dagli abitanti ignoranti del villaggio. Shrek è cresciuto in una famiglia senza amore (informazione che viene dai sequel e dallo speciale di Natale) e vive da solo nella sua palude odiato da tutti solo in quanto orco. Tutti ci sentiamo incompresi e giudicati dagli altri, tutti temiamo di essere vittima di pregiudizi per i nostri gusti o il nostro aspetto fisico e rivediamo in Shrek una parte di noi stessi.
In sintesi, Shrek funziona perché i temi trattati all’interno del film risuonano con lo spettatore e lo spingono a sperare in una crescita positiva per il protagonista. Se Shrek fosse solo stupido e cattivo, privato della profondità che ha reso tre film su quattro della saga un’esperienza indimenticabile, oggi avremmo il ricordo di una serie di film godibili e dall’ironia tagliente e non uno dei pilastri della Dreamworks.
Nimona prosegue il discorso iniziato da Shrek: i deboli, coloro che vengono considerati mostri da una società paranoica ed ossessiva, vengono ostracizzati e considerati un terribile taboo. La sola possibilità che possa esistere un mostro rende i cittadini diffidenti gli uni dagli altri, in un’apparente clima di pace e prosperità per il regno destinato a crollare sotto il peso delle proprie stesse paure. Quando un vero mostro, le cui intenzioni non sono inizialmente nocive, appare in superficie, ecco che gli effetti della propaganda in questo regno fantasy futuristico lo rendono un nemico per uomini, donne e bambini.
Non vorrei fare spoiler, ma Nimona tratta in modo serio il tema dell’esclusione e della paura del diverso, senza trovare soluzioni semplici e frettolose come in Encanto. Modernizza quegli stessi argomenti trattati da Shrek nel 2001, si prende i suoi tempi e ci permette di sentirci vicini ai suoi personaggi nella loro missione.
Se la missione di Shrek è quella di dimostrare al mondo che gli orchi sono “fatti a strati” (e quindi più profondi di come li considerano) , quella di Nimona è quella di distruggere quello stesso sistema che ha scelto chi è un mostro e chi è buono secondo un sistema morale precostituito. Le incomprensioni e le divergenze fra i personaggi sono anche più reali in Nimona che nel primo Shrek: se la separazione nel terzo atto fra Shrek e Fiona è sensata ma leggermente forzata da un punto di vista narrativo, Nimona fa scontrare i propri personaggi coprendo meglio lo scheletro della storia con ottimi dialoghi e relazioni.
Guardare Nimona nel 2023 è come guardare Shrek per la prima volta nel 2001, con la stessa curiosità nello scoprire un nuovo mondo narrativo e la stessa sagacia nel criticare e omaggiare al tempo stesso fiabe e favole, con una storia solida e temi che ci possono offrire molti spunti di riflessione. Il mio augurio non è solo che Nimona venga riconosciuta per l’ottima opera che è, ma che l’ipotetico Shrek 5 di cui sappiamo molto poco possa prendere ispirazione da tutti questi elementi per realizzare un reboot dove, probabilmente, saranno i figli ormai cresciuti dell’orco che abbiamo imparato ad amare ad affrontare in modo diverso la stessa esclusione dalla società in chiave contemporanea.
Se non avete mai visto Nimona, è ancora su Netflix e grazie al suo successo forse resterà ancora a lungo.
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