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Ottant’anni dalla morte di Piet Mondrian: il fondatore del Neoplasticismo




Piet Mondrian nasce in Olanda il 7 marzo 1872.

Ad oggi, anche se spesso sminuito con copie rese banali delle sue opere, è stato un pittore fondamentale per la fondazione di un movimento d’avanguardia novecentesco: il Neoplasticismo. Difatti le sue opere, che vedevano un connubio tra colori primari e derivati, sono la sintesi perfetta di una ricerca di stabilità ed equilibrio che ha caratterizzato tutta la sua vita, e che lo hanno reso intramontabile fino ad oggi.


Nato come insegnante d’arte, Mondrian è dapprima impressionista, difatti si dedicava alla pittura di mulini e fiumi nella maniera dell’impressionismo olandese, creando quadri rappresentativi che riassumevano i vari momenti della sua vita artistica.

I primi dipinti che presentano un accenno di astrattismo sono alcune tele con ambientazioni cupe del primo Novecento. L’arte di Mondrian è sempre stata legata alla sua spiritualità, ma fu anche attratto dal cinismo, che avrà una forte influenza sul suo modo di dipingere. Dopo una carriera artistica proficua, il pittore muore a New York


Piet Mondrian è stato un artista unico nel suo genere, dando vita al Neoplasticismo, insieme a Theo Van Doesburg. Era il nome nato dopo la pubblicazione del Manifesto De Stijl, ribadendo i concetti fondamentali del movimento: astrazione, ma essenzialità e geometria.

Successivamente, ci fu una frattura tra Mondrian e Doesburg, il quale aveva introdotto la diagonale nei suoi dipinti e architetture. Altri artisti dello stesso movimento cominciarono ad allontanarsi dai concetti fondamentali del movimento, inserendo nei loro quadri superfici curve e colori non primari.

Dopo l’ultima architettura effettivamente neoplastica, l’Aubette di Mondrian, gli artisti che appartenevano al movimento neoplastico aderirono al modernismo estero, espressione del socialismo internazionale.


Per concludere, a Piet Mondrian dobbiamo molto: una versatilità dell’arte che incontra il mondo della matematica e della geometria, la possibilità di guardare l’arte con altri occhi, quelli di artisti che cercano l’equilibro costante, anche per le loro vite, e ci lasciano la speranza di poter mantenere anche noi il nostro equilibrio, dopo averlo finalmente trovato.


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