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Oltre i classici: un museo nascosto nel cuore di Napoli



Il Museo Zoologico di Napoli, fondato nel 1813, rappresenta una delle istituzioni culturali e scientifiche più antiche e prestigiose della città. Con oltre due secoli di storia alle spalle, il museo testimonia l’evoluzione della scienza zoologica e del modo in cui l’uomo ha studiato e compreso il mondo animale. Nato come un centro di raccolta e osservazione per studiosi e ricercatori, oggi il museo ha una missione divulgativa: è aperto al pubblico e concepito per educare, informare e raccontare il mondo della natura attraverso reperti unici e pannelli informativi.

 

Come ci racconta l’attuale direttrice del museo Roberta Improta oggi chiunque può accedere a un’enorme quantità di informazioni attraverso libri, televisione, internet e musei aperti al pubblico. Tuttavia, nel XIX secolo la cultura e la scienza erano prerogative di pochi eletti, e l’accesso diretto al mondo animale era possibile soltanto tramite l’osservazione diretta dei reperti. Il Museo Zoologico, come molti musei di quel periodo, non era pensato per l’esposizione pubblica. Era un luogo di ricerca e catalogazione, dove gli scienziati potevano esaminare da vicino esemplari di animali, spesso conservati in condizioni rudimentali, a secco o in liquidi, per studiarne l’anatomia e la morfologia.

 

Visitare il Museo Zoologico di Napoli significa scoprire una raccolta straordinaria, costituita in parte da specie animali oggi rare o addirittura estinte.

Uno degli aspetti peculiari del Museo Zoologico di Napoli è legato proprio alla sua età. Molti degli animali conservati non sono “belli” da vedere secondo gli standard moderni, ma rappresentano comunque una testimonianza affascinante. Gli esemplari accumulati, conservati e puliti in modo sommario riflettono un’epoca in cui la sensibilità verso gli animali e la cura per l’esposizione non erano priorità.

 

Gli animali venivano talvolta trattati in maniera rozza e disposti in vetrine che somigliano più ad armadi di conservazione che a espositori studiati per il pubblico. Questa autenticità storica è parte del fascino del museo, offrendo una finestra su un’epoca in cui la tassidermia e la conservazione erano funzionali alla ricerca piuttosto che all’estetica.

 

Molti degli animali presenti nel museo furono catturati e uccisi nel corso di spedizioni scientifiche organizzate per raccogliere materiale zoologico. Bisogna ricordare che le prime leggi di tutela animale risalgono solo agli anni Cinquanta del Novecento: per molti decenni, gli animali non erano protetti da regolamentazioni e venivano sacrificati in nome della scienza senza particolari remore.

 

Questo aspetto conferisce ai reperti conservati un valore storico e scientifico inestimabile, raccontando di un’epoca in cui la conoscenza aveva un prezzo elevato in termini di sacrificio animale.

Al di là della rarità delle specie, il valore di un reperto zoologico può risiedere nella sua unicità storica. Alcuni degli esemplari conservati nel museo, sebbene appartenenti a specie ancora esistenti, hanno un’importanza particolare perché sono legati a scoperte del passato o a storie interessanti, basti pensare al granchio gigante giapponese, donato dal principe ereditario del Giappone Hirohito all’allora direttore del museo, Francesco Saverio Monticelli.

 

Il Museo Zoologico di Napoli è molto più di una semplice collezione di animali. È un testimone prezioso di un’epoca in cui la conoscenza zoologica si costruiva esemplare dopo esemplare, con metodi oggi superati, ma che hanno permesso ai ricercatori di quell’epoca di fare passi importanti nella comprensione del mondo naturale. Un luogo dove la bellezza non sta tanto nella perfezione delle esposizioni, quanto nell’autenticità dei reperti e nella storia che ciascuno di essi rappresenta.

Nonostante la grande testimonianza storica e scientifica che ci offre, il museo zoologico è poco conosciuto, soprattutto da noi napoletani.

 

In generale, i turisti ed i napoletani prediligono luoghi iconici come il MANN o il Mascio Angioino, ignorando questa gemma preziosa “nascosta” a via Mezzocannone. Tuttavia, questo luogo merita di essere riscoperto non solo per esplorare il mondo naturale, ma anche per abbandonare le solite rotte ed abbracciare una Napoli ancor più preziosa, che custodisce meraviglie proprio sotto il nostro naso.


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