Notre-Dame riapre e anche Quasimodo ritorna a casa
- Il Napoletano Espanso
- 5 feb
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Lo scorso 8 dicembre, dopo appena 5 anni dall’incendio di Notre-Dame de Paris, la Cattedrale è stata riaperta al pubblico. Alla cerimonia di riapertura si sono ritrovati 40 tra i più importanti Capi di Stato. Tra questi il nostro presidente del consiglio, Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Mattarella, accolti dal presidente Macron e dalla moglie Brigitte tra sorrisi e affettuose strette di mano. Mattarella fu il primo leader straniero a visitare le macerie dopo appena un mese dall’incendio, nel maggio del 2019.
Il rito d'apertura della cattedrale ha visto come protagonista l’arcivescovo di Parigi: monsignor Laurent Ulrich che, seguendo il rito di dedicazione di una nuova chiesa, ha bussato tre volte alla cattedrale per chiederle di aprire le porte, battendo tre volte il bastone pastorale, creato da una delle travi scampate all’incendio. Tutte e tre le volte la chiesa ha risposto all’arcivescovo con le parole del salmo 121, intonato dal Coro di Notre Dame, che ricorda i canti dei pellegrini verso il tempio di Gerusalemme.
Il monsignor Ulrich dopo essere entrato nella cattedrale è poi tornato ad accogliere il Presidente, la moglie e la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Accompagnato al coro c’era l’armoniosa melodia dell’organo, strumento originale del 1867. “Tutta la notte, speravo che le chiavi di volta non cadessero sullo strumento” disse Vincent Dubois, uno dei titolari del grande organo di Notre-Dame, il giorno dopo l’incendio, non nascondendo la gioia nello scoprire che l’antico strumento, che ad oggi accompagna il coro della cattedrale, non era stato distrutto.
Questo Natale, nella cattedrale parigina, si trova una “contaminazione” napoletana: nella navata nord i fedeli ed i visitatori possono ammirare un presepe settecentesco composto da centinaia di pastori, raccolti nel corso di tutta una vita, dal collezionista Alberto Ravaglioli, scomparso prematuramente lo scorso anno. Il complesso, che resterà esposto fino a febbraio, è allestito su una lunghezza di 6 metri ed incanta sia per il numero di personaggi, circa 160, alti circa 25 centimetri - sia per la pregevolezza di ogni singolo dettaglio, sia per la variopinta armonia d’insieme. “Questo presepe è un nuovo segno dell’impiccato fra la Francia e l’Italia. È un nuovo segno della cattolicità della chiesa, cioè della sua universalità. […] La tradizione napoletana di questo presepe ci dice magnificamente che è fatto affinché chiunque passi davanti possa pregare” così monsignor Dumas ha commentato il presepe napoletano dopo averlo benedetto all’apertura della chiesa.
La ricostruzione della cattedrale, secondo Macron, è un simbolo: una metafora che rappresenta un’intera Nazione, un evento importante, non solo per i cittadini, ma anche per Parigi, per la Francia e per il mondo intero: “con la ricostruzione di Notre-Dame abbiamo riscoperto quello che le grandi nazioni possono fare: realizzare l’impossibile”. Il presidente ha espresso tutta la sua gratitudine “alla Francia, a chi ha salvato, ha aiutato e ricostruito Notre-Dame”.
Questa eccezionale opera di ricostruzione, avvenuta in così poco tempo, è stata resa possibile anche grazie alla solidarietà di soggetti pubblici e privati, provenienti da oltre 150 Paesi che hanno contribuito alle donazioni per la chiesa lanciando al mondo un messaggio forte: “Notre-Dame deve essere ricostruita!”.
Notre-Dame non è semplicemente un edificio: è un cuore pulsante di storia, fede e arte che continua a ricordarci che la bellezza e la spiritualità sono patrimoni che ci uniscono, superando ogni confine. Come Quasimodo, anche noi possiamo finalmente tornare a casa, con il suono delle campane che risuonano per celebrare la rinascita di una meraviglia immortale.
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