top of page

Mafie e covid: fatti l’uno per l’altro

di Alessandro Terracciano


ree

Durante questo periodo duramente messo alla prova dalla pandemia da COVID-19 e dagli effetti della conseguente crisi economica generata dai continui lockdown, i loschi e occulti affari della malavita organizzata non hanno conosciuto ostacoli. E i dati parlano chiaro: sono numerose infatti le ditte e le aziende, circa 10mila su oltre 700mila società italiane, che hanno cambiato in breve tempo il proprio titolare effettivo (l’1,3% del totale), accanto ai trasferimenti di quote, di aziende e di variazioni del capitale sociale, nell’arco di tempo che va da marzo 2020 a febbraio 2021.


Dalle ricerche e dalle statistiche effettuate, emerge che soprattutto il settore immobiliare, l’autonoleggio, le scommesse, i giochi, la distribuzione del carburante, la sanità, il commercio all’ingrosso e gli appalti sono stati colpiti dalle variazioni societarie.


Queste ultime, inoltre, hanno interessato diverse regioni, da Nord a Sud, come ad esempio la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, il Lazio, la Campania e la Sicilia. Dunque, altrettanto notevole risulta essere l’esponenziale aumento delle operazioni interdittive antimafia (provvedimenti amministrativi applicati specialmente all’interno del settore degli appalti pubblici, e dei quali le prefetture si servono per contrastare il complesso fenomeno della corruzione).


Il Ministero dell’Interno ha dunque constatato la media di circa 181 interdittive antimafia al mese: si tratta di 6 provvedimenti al giorno. Rispetto agli anni precedenti alla pandemia, le analisi dei dati emersi spiegano come durante il periodo Covid si stia percependo un aumento del 9,7% del numero delle società interessate, nonché un incremento del 4,7% delle società interdette caratterizzate da variazioni societarie. E le crescite più rilevanti si sono registrate specialmente in Campania e in Emilia-Romagna, con rispettivamente più dell’88% e più dell’89%.


Con i risultati riportati, si dimostra come le variazioni societarie rappresentano il mezzo preferito per la criminalità organizzata per infettare il sistema economico nazionale, e allo stesso tempo l'incremento di misure interdittive è simbolo di un sistema sempre più efficace e in grado di smantellare la fortuna economica di società imprenditoriali illegali. Ma altri campanelli d'allarme provengono anche da don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell'associazione antimafia Libera, che ha di recente esposto con la sua rivista Lavialibera l'esistenza di un rapporto tra la pandemia e la criminalità.


“Mafie e Covid: fatti l'uno per l’altro”, così scrive Ciotti, in riferimento ad un’indagine che mostra l’alto tasso di infettività della mafia durante l'emergenza sanitaria. Dagli studi compiuti dal report sembra evidente che uno dei settori più inquinati dall’illegalità e dalla corruzione è quello della sanità, che in un contesto come quello di un'emergenza sanitaria, appare agli occhi della malavita il luogo ideale per poter gestire appalti legati alla distribuzione di presidi medicali, oltre allo smaltimento dei rifiuti sanitari.

Comments


Modulo di iscrizione

Ottimo, il tuo modulo è stato inviato!

redazione.ilnapoletanoespanso@gmail.com

©2021 di Il Napoletano Espanso. Creato con Wix.com per Il Napoletano Espanso. Tutti i diritti sono riservati.

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
bottom of page