Le "Bestie di Satana": tra fanatismo e verità sconvenienti
- Il Napoletano Espanso
- 21 gen 2021
- Tempo di lettura: 4 min
di Rita Iodice

È la notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2004, quando la polizia di Golasecca, un paesino in provincia di Varese, scopre nella serra di una villetta abbandonata il corpo di una giovane donna con il cranio fracassato e il volto ormai irriconoscibile. Solo più tardi, il corpo si rivelerà essere quello della giovane Mariangela Pezzotta, figlia del noto esponente del partito Forza Italia Silvio Pezzotta. La polizia suppone allora un crimine malavitoso, ma ciò che non sa è che la morte della giovane Pezzotta non è altro che la facciata di una storia assai più inquietante e macabra.
Quella stessa sera la polizia nota, per le strade di Golasecca, un giovane sporco di sangue in preda al delirio. Decidono allora di intervenire, fermando il giovane per chiedergli cosa fosse successo; il ragazzo dice di aver subito una rapina mentre era con la sua ragazza e di essere stato aggredito durante questa, ma la polizia non gli crede. Viene allora condotto immediatamente alla stazione di polizia dove, dopo poco, inizia a parlare in preda alla disperazione: dice di essere Andrea Volpe, ex fidanzato di Mariangela, e di essere stato lui a uccidere la ragazza, ma per una ragione alquanto singolare e terrificante: uccidere la giovane non era altro che un rito di iniziazione per entrare in una setta satanica. Il giovane terrorizzato inizia allora a raccontare tutto; per entrare a far parte della setta avrebbe dovuto uccidere e bere il sangue di una vittima sacrificale con cui aveva un legame profondo, nel caso di Andrea la sua ex ragazza, Mariangela. La polizia è sotto shock dopo quella confessione, ma ciò che dirà Andrea in seguito li lascerà pietrificati.
Ad aver fondato la setta di cui sia Andrea che Mariangela facevano parte sarebbero stati Nicola Sapone, semplice idraulico, e Paolo Leoni, noto nel paesino come satanista. I due avrebbero in seguito arruolato i membri uno ad uno, selezionandoli accuratamente: pare infatti che quasi tutti i componenti del gruppo fossero ragazzi con problemi di droga, alcol o caratterialmente fragili, che avevano subito traumi o che erano sotto cura psichiatrica. Il gruppo si faceva chiamare “Bestie di Satana” e si ispirava al cosiddetto satanismo acido, contraddistinto dalla pratica satanista come pretesto per giustificare l’uso smodato di droghe e sostanze stupefacenti. L’uso di droghe e di alcol creava uno stato di esaltazione e instabilità nei giovani che finivano per creare riti di iniziazioni e prove di coraggio sempre più atroci e abominevoli. Andrea racconta di diversi episodi, l’uno più mostruoso dell’altro: da semplici patti di sangue fino all’auto-flagellazione, per arrivare a infiggere pene corporali sui membri. Atti deplorevoli, ma che erano ormai la normalità per i componenti della setta. Ma non finisce qui perché le confessioni di Andrea Volpe continuano, facendo risalire la polizia ad altre due misteriose scomparse risalenti a vari anni prima: quelle di Chiara Marino e Fabio Tollis, scomparsi nel nulla il 17 gennaio del 1998. I corpi dei due verranno infatti ritrovati poco dopo, mummificati in una fossa profonda due metri nei boschi di Golasecca. Successivamente sarà lo stesso Andrea a confessare l’omicidio a carico della setta sia dei due che di Andrea Bontade, altro membro del gruppo.
Gli omicidi che ci riconducono alla setta iniziano ad essere sempre più numerosi, tanto che la polizia inizia a chiedersi se i motivi religiosi siano l’unico movente degli omicidi. La risposta è ovviamente no.
Pare infatti che il gruppo si dedicasse a numerose attività illegali: dalla già citata vendita e detenzione di sostanze stupefacenti fino al vilipendio di tombe. I fondatori erano soliti esercitare violenza psicologica e fisica sugli altri membri fino ad indurli al suicidio. Gli omicidi commessi verso gli altri erano dunque quasi sempre intenzionati e meditati: erano soliti uccidere chi aveva compreso la vera natura della setta e aveva intenzione di uscirne, così come era intenzionato a fare Fabio Tollis. In altri casi, come quello della Pezzotta, il fatto si rivelerà essere avvenuto sotto utilizzo di sostanze stupefacenti o per pura smania di potere. Una cosa è certa; qualsiasi fosse il modus operandi nessuno agiva mai da solo, tutti erano coinvolti. Nello stesso omicidio della Pezzotta si riscontrò successivamente il coinvolgimento dello stesso Sapone che avrebbe poi ordinato ad Andrea e alla sua attuale ragazza Elisabetta, anch’ella all’epoca membro ella setta, di disfarsi del corpo.
Il 31 gennaio del 2006 la Corte d’assise condannò Nicola Sapone, fondatore e principale artefice degli omicidi delle “Bestie di Satana”, a due ergastoli. Mentre l’altro membro e fondatore, Paolo Leoni, venne condannato a soli 26 anni. Andrea Volpe fu invece condannato in prima sentenza a scontare 30 anni, ma successivamente la pena fu diminuita a soli 20 per la sua collaborazione all’interno delle indagini che avevano svelato la realtà atroce della setta. Successivamente venne emessa una sentenza più dura dalla Corte d’Appello di Milano, per i fondatori della setta Sapone e Leoni, che condannò il primo a un doppio ergastolo con un isolamento di 18 mesi, mentre il secondo all’ergastolo con isolamento per 9 mesi. Dalle ultime notizie su Andrea Volpe sappiamo che è stato scarcerato lo scorso 14 marzo, dopo aver scontato appena 16 anni dei 20 a cui era stato condannato.
La scia di omicidi che si trascinò dietro la setta delle “Bestie di Satana” ha lasciato senza dubbio un alone di terrore e angoscia nei cittadini di Golasecca, basti pensare che durante il processo e negli anni successivi alla condanna vennero a galla almeno altri dieci omicidi ai danni di giovani donne e uomini. Una storia raccapricciante e piena di controversie.
E tu cosa ne pensi della vicenda? Credi sia giusto il rilascio di Andrea Volpe?
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