La strage di Cutro: la strage annunciata
- Il Napoletano Espanso
- 16 mar 2023
- Tempo di lettura: 3 min
di Alessandro Terracciano

Erano salpati da Smirne, dalle coste turche. Stando ai dati registrati dalla Prefettura, il barcone, guidato da due scafisti, contava circa 200 migranti, soprattutto madri e bambini, principalmente di origine afghana, ma alcuni anche pakistana, iraniana e addirittura somala. E, dopo aver attraversato in mare tutto il Mar Mediterraneo Orientale, sono giunti nelle acque italiane del mare Jonio, a largo delle coste calabresi, all’alba di domenica 26 febbraio 2023, in un contesto a dir poco drammatico: all’intensa pioggia e al forte vento, si è aggiunto un mare forza 3-4, che rendeva quasi impossibile la navigazione in quell’area. Ciò ha impedito a due unità della Guardia di Finanza, avvertite dall’agenzia europea Frontex, di intervenire tempestivamente a soccorrere i migranti. Successivamente, intorno alle 4 del mattino, è arrivata una telefonata alla Sala operativa del Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, in cui si chiedevano soccorsi in un inglese molto frammentario.
Così, si sono attivate quasi tutti gli organi di sicurezza della zona, in primis la Guardia Costiera, seguita dai Vigili del Fuoco e dalla Guardia di Finanza, riuscendo a salvare circa 81 vite. Ma le restanti non ce l’hanno fatta: si è avvertito un rumore quasi assordante di un boato nell’aria, causato dall’improvvisa collisione con uno scoglio, finendo in una secca. E ciò ha determinato il tragico naufragio del fragile caicco, spezzandosi in due a 150 metri dal litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone.
“Lo capisce qualcuno che la mia come anche quella di tutte queste famiglie non sarà più la stessa, anzi non è già più la stessa. Mia moglie piange la madre e il fratellino di 12 anni e io sono disperato perché non so come consolare mia moglie che non vedeva la madre da due anni e che ora non vuole più vivere”. Indescrivibile è la sofferenza di Mohammad, afghano, che nel corso di questa tragedia ha visto morire davanti ai suoi occhi la suocera e il cognato. E, come lui, tanti altri superstiti della disgrazia versano ogni giorno sulle bare dei cadaveri rinvenuti lacrime, che esprimono rabbia, frustrazione e, talvolta, il desiderio di sparire anche loro, una volta e per sempre, dalla faccia della terra. Altri, invece, sono in attesa che qualcuno consenta loro di riportare i corpi dei loro cari nei loro Paesi di origine.
“Se c’è stata una debolezza da parte del ministero e delle istituzioni, mi assumerò e mi assumo tutte le mie responsabilità”. Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre si recava presso Cutro durante la mattinata del giovedì 2 marzo 2023, rendendo omaggio alle vittime e dichiarando la sua vicinanza ai migranti.
Ed è così infatti che, parallelamente all’immenso dolore che che permea gli animi non solo dei sopravvissuti, ma anche di tutti gli italiani e di tutti gli europei, sono scattate numerose inchieste, le quali hanno rivolto non poche polemiche e critiche innanzitutto contro l’agenzia Frontex, imputata per non aver segnalato tempestivamente, in seguito alle sue rilevazioni aeree, le condizioni estremamente critiche del natante e dei passeggeri a bordo.
Dunque, il dubbio indirizzato agli inquirenti riguarda proprio il mancato intervento da parte dell’agenzia. Per cui, le inchieste adesso avranno il compito di fare luce su queste questioni, di chiarire se dietro la strage di Cutro si celi un puro e semplice errore strategico e di valutazione, o se gli atteggiamenti assunti dalle istituzioni non siano penalmente imputabili, o se addirittura i mancati provvedimenti siano stati il risultato di un diktat politico, di uno stimolo proveniente dalla politica.
Al di là delle indagini tutt’ora in corso, questa ennesima strage di innocenti ha riportato nuovamente all’attenzione dell'opinione pubblica la questione dell’immigrazione. E’ infatti un dato incontrovertibile quello che riguarda il numero di sbarchi nell’ultimo periodo: se fino al 2022 i migranti che raggiungevano le coste del nostro Paese non superavano i 5.500, nel 2023 si è registrato un aumento esponenziale di essi, superando addirittura i 14 mila.
E questo incremento degli sbarchi, a dir poco agghiacciante, è senz’altro imputabile, anche se in parte, a un rafforzamento delle politiche di “protezione delle frontiere”, oltre che di quelle di esternalizzazione, ossia di rimpatrio, dei profughi. Basti pensare, del resto, che questa indicibile tragedia consumatasi in acque italiane è accaduta solo a due settimane dall’approvazione del decreto-legge Piantedosi, in onore del Ministro degli Interni che lo ha ideato, che fissa delle condizioni e delle norme così dure e restrittive per la navi Ong, ostacolando il lavoro di queste ultime.
È senz’altro un dato incontrovertibile che la questione dell’immigrazione deve essere contrastata con tutti i mezzi e le risorse disponibili, sia politiche, sia economiche, sia sociali, nella piena collaborazione e sinergia con gli Stati membri dell’Unione Europea.
E tu cosa ne pensi? Dicci la tua!
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