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La sindrome dell’impostore: quando si pensa che sia solo fortuna


Capita a tutti, in certe occasioni, di non sentirsi all’altezza, di pensare che non hai fatto realmente abbastanza o che quella vittoria ottenuta con tanta fatica, in realtà, sia stata solo frutto di un caso o di un briciolo di fortuna.


Questi sono esattamente i pensieri che regnano nella testa di coloro che soffrono della sindrome dell’impostore.


La sindrome dell’impostore non è una malattia o un disturbo mentale, lo possiamo definire più come un fenomeno psicologico in cui il soggetto non riesce ad interiorizzare e a dar valore ai proprio successi, sentendosi inadeguato e, ovviamente, “smascherato” e vulnerabile (quindi l’impostore della situazione).


Il termine è stato coniato da due psicologhe americane, Pauline Clance e Suzanne Imes, osservando un gruppo di studentesse e lavoratrici di diverse età: notarono che moltissime non riuscivano a metabolizzare una loro vittoria, che sia in campo scolastico o lavorativo, e la maggior parte di loro non credevano in loro stesse.


Ad oggi, però, non sono solo le donne a convivere con la sindrome dell’impostore, questo fenomeno è esteso anche agli uomini ed è stato calcolato che è più del 70% della popolazione a soffrirne.


Ma andiamo a vedere di cosa si tratta più nel dettaglio.


La caratteristica principale di colui che vive la sindrome dell’impostore è la paura costante del fallimento, a volte derivata da errori commessi nel passato, ma soprattutto connessa con un estremo perfezionismo e con l’ossessione di tenere tutto sotto controllo. In realtà questo non dovrebbe stupirci: viviamo in una società fondata sul perfezionismo, sulla continua ricerca dell’approvazione altrui e sul superamento di qualsiasi standard. Fin da quando siamo bambini ci hanno sempre insegnato che per ottenere qualcosa devi avere un certo tipo di comportamento, ed è solo con il successo che farai carriera nella vita.


Chi combatte con la sindrome dell’impostore ha dubbi reali sulle proprie competenze e capacità, credendo che ogni suo successo sia dovuto solo alla fortuna o ad un enorme fatica; il soggetto è convinto che gli altri abbiamo un’idea sbagliata di lui, troppo positiva per ciò che fa. Questo lo porta a sminuire qualsiasi suo comportamento. Quest’atteggiamento è dovuto ad un grave disagio interiore e ad una scarsa autostima di sé stessi.


Anche moltissimi vip soffrono della sindrome dell’impostore, infatti questo fenomeno colpisce soprattutto chi ha sempre i riflettori puntati addosso e mira a coloro che ogni giorno devono dimostrare quanto siano bravi. Nominando qualche attore famoso troviamo Tom Hanks, Jodie Foster, Viola Davis, Kate Winslet e altri che convivono ogni giorno con la sindrome. Un anno fa Billie Eilish, una nota cantante statunitense, rilasciò un’intervista in cui parlò di sé stessa e di come vive la sindrome dell’impostore:


«Quando vedi il tuo nome e il tuo viso ovunque, non è facile capire chi sei… All'improvviso ero dappertutto su Internet. E all'epoca avevo solo 15 anni. Quando leggo le dichiarazioni che ho rilasciato all'epoca non mi riconosco. Ero giovanissima.»


Il non riconoscere la propria bravura in ciò che si fa è normalissimo per chi convive con la “pulce dell’impostore”, questo perché si pensa che:


“È stato troppo semplice quello che ho fatto, lo farebbero tutti”


“Se ci sono riuscito è stato per semplice fortuna”


“Non merito veramente tutto questo”.


Le due psicologhe americane hanno osservato che questa sindrome può derivare, naturalmente, da diverse dinamiche familiari: genitori troppo critici, aspettative troppo alte per i loro figli, faide tra fratelli per dimostrare chi è il migliore o la continua ricerca di approvazione. Ovviamente ci sono casi in cui questo fenomeno colpisce coloro che sono solamente poco sicuri di loro stessi o che tendono ad essere troppo perfezionisti.


Con un corretto percorso di crescita personale è possibile iniziare a dare il giusto valore a noi stessi e ad imparare che, in realtà, la perfezione non esiste. Ognuno di noi, con le proprie capacità e con i propri limiti (legittimi) può fare qualsiasi cosa e se alla fine vinci la battaglia con le sole tue forze non sei un impostore, sei semplicemente una persona onesta.

 

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