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Neuroni artificiali: il cervello delle macchine



Fino a pochi anni fa, l'intelligenza artificiale era spesso relegata alla fantascienza. Quando si pensa all’ AI, molti immaginano scenari come robot che conquistano il mondo o computer superintelligenti in grado di sostituire l'uomo. Facciamo luce su cosa si cela dietro ChatGPT, Gemini e i suoi fratelli AI.


Ciò che alimenta l'intelligenza artificiale sono una serie di tecnologie avanzate, tra cui le reti neurali, il cui concetto è molto più antico di quanto si pensi. Negli anni '40, McCulloch e Pitts introdussero il modello del neurone artificiale. A cavallo tra gli anni '40 e '50, John von Neumann, un genio che ha plasmato l'architettura dei computer moderni, ma che concettualmente ha gettato le basi delle domande della ricerca sull’intelligenza artificiale moderna. Infatti, lui era ossessionato dal fatto che il cervello umano si potesse simulare sulle macchine, pensando che il nostro pensiero si potesse ridurre a processi logici e numerici.

Per capire cosa sono le reti neurali possiamo pensare al funzionamento del cervello umano, esso infatti è un insieme di neuroni che sono in comunicazione tra di loro, queste cellule hanno il compito di farci imparare, capire il linguaggio o riconoscere i volti; nelle reti neurali accade la stessa cosa: la rete neurale riceve una quantità enorme di dati da cui i nodi artificiali cercano di imparare ed elaborare, trasmettendo il risultato ad altri nodi, proprio come succede nel cervello umano con i neuroni.


Immaginiamo di dare alla nostra rete neurale una serie di immagini di fiori e animali. Inizialmente, potrebbe commettere errori nel riconoscere i soggetti. Tuttavia, grazie a un processo di apprendimento continuo, simile a come apprendiamo noi esseri umani, la rete migliorerà le sue capacità grazie agli errori, affinando le connessioni tra i nodi e affinando la sua capacità di classificazione.


Ma quindi l’intelligenza artificiale che conquista il mondo è realtà o fantascienza?

È importante chiarire che l'AI non è cosciente, è un sistema matematico basato su una base di dati. Tuttavia, essa ha un impatto significativo sulla società. Gli algoritmi possono creare immagini veritiere in pochi secondi, questo potrebbe diffondere fake news o deepfake, quindi, un uso irresponsabile ed eticamente discutibile di queste tecnologie potrebbe avere conseguenze gravi sulla società.


Per quanto riguarda la sostituzione di lavori, come nel caso della programmazione, l'idea che l'IA possa sostituire l'uomo in compiti come il pensiero critico e la risoluzione di problemi rimane, per ora, fantascienza. L'intelligenza artificiale può replicare alcuni aspetti del ragionamento umano, ma non sarà mai in grado di sostituire completamente l'intelletto umano. A tal proposito Jen-Hsun Huang, presidente di NVIDIA, azienda leader nei processori grafici, al centro dell’innovazione nell’intelligenza artificiale, dice: “L’intelligenza artificiale non ti ruberà il lavoro, chi usa l’AI ti ruberà il lavoro; quindi, usa l’AI il prima possibile così potrai mantenere un impegno retribuito”.


Se usata in modo etico, l'intelligenza artificiale può essere un alleato. Strumenti come ChatGPT, Gemini, LLaMA e altri modelli AI possono semplificare le nostre vite quotidiane, aiutandoci in compiti complessi, automatizzando attività ripetitive e offrendo nuove opportunità in vari ambiti, dalla medicina alla ricerca scientifica, all’educazione.


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