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La Questione del calcio arabo: L’ascesa dei paesi arabi nel calcio degli ultimi anni

di Matteo Daniele



Negli ultimi anni e particolarmente nell’ultima sessione del calciomercato estivo, sempre più giocatori europei decidono, a fine carriera, di trasferirsi in Arabia Saudita dove, sebbene il livello calcistico sia molto più basso, i calciatori percepiscono stipendi esorbitanti da squadre gestite da compagnie ricchissime.


Prima, però, di analizzare questo fenomeno, scopriamo cosa sia la lega calcistica saudita e la sua storia.

La Lega Saudita Professionista, ufficialmente Roshn Saudi League, è il massimo campionato di calcio professionistico in Arabia Saudita.


Gestito dalla SAFF (la federcalcio saudita), questo campionato si disputa annualmente a partire dal 1974. Inizialmente la maggior parte delle competizioni calcistiche in Arabia si svolgeva su base regionale: solo la Coppa del Re, infatti, raggruppava squadre da tutta la nazione.


A partire dagli anni Settanta, iniziò a farsi strada l’idea di un torneo unico per tutto il regno e questa si concretizzò nel 1974.

Il punto di svolta per il campionato saudita fu nel 1978 quando furono concessi gli acquisti di calciatori stranieri. Fra questi, il più importante fu sicuramente il campione del mondo Rivelino, che fece da apripista per tutti gli acquisti futuri.


Il momento, però, in cui il campionato arabo iniziò ad assumere importanza è stato all’inizio di quest’anno, quando il fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo è arrivato all’Al-Nassr: da allora, molti campioni europei hanno deciso di terminare la propria carriera in Arabia Saudita; tra questi, il pallone d’oro Karim Benzema o l’ex-Chelsea Kante.


Ma perché la questione del calcio del mondo arabo è motlto discussa? Del resto, si potrebbe dire, questi Paesi hanno solo voglia di mettere in luce e migliorare il proprio calcio, da sempre inferiore a quello europeo. In realtà, secondo molti, il problema sta nelle modalità in cui ciò sta avvenendo: i Paesi arabi, come tutti sappiamo, sono tra i più ricchi al mondo ed esistono molti fondi con quantità di denaro esorbitanti che stanno decidendo di spostare la propria attenzione sul calcio: anche in Europa, infatti, esistono molti club importanti con presidenti o società arabe; tra questi, per esempio, ci sono il Manchester City o il PSG. Questa situazione, quindi, sta spostando dall’attenzione il vero significato del gioco del calcio, rendendolo uno sport in cui i soldi contano di più rispetto al puro gioco e all’effettiva bravura di un giocatore: basti pensare che, mentre nel 1910 i calciatori erano dilettanti e giocavano senza alcuno stipendio, ad oggi Cristiano Ronaldo guadagna 200 milioni di euro all’anno. Come se non bastasse, il campionato arabo, avendo comprato sempre più giocatori famosi, è sotto i riflettori e molte reti televisive in Italia e nel mondo hanno deciso di acquistarne i diritti per trasmetterlo in diretta.


Un altro dei simboli di questo problema è senza dubbio il criticatissimo Mondiale 2022 in Qatar: perché organizzare una competizione di tale livello in un Paese in cui non è garantita la parità di genere nemmeno nello sport? Ricordiamo tutti, per esempio, come l’ambasciatore del Qatar abbia, in occasione di questa competizione, pubblicamente discriminato e denigrato la comunità LGBTQ+.


In quest’occasione, inoltre, si è parlato molto di come, per velocizzare la costruzione degli stadi, molti operai siano stati sfruttati e lasciati morire.


Tutti gli appassionati di calcio europei sono indignati davanti a questa situazione; la FIFA, però sembra continuare imperterrita ed ha già annunciato che i Mondiali 2030 si giocheranno in Arabia Saudita, probabilmente di nuovo in inverno.


Mentre questo fenomeno non sembra fermarsi, molti esperti, tra cui il giornalista italiano Paolo Condò, hanno affermato che probabilmente la situazione si rivelerà preoccupante quando anche i calciatori più giovani decideranno di preferire i soldi ad una carriera importante.


Sperando che le organizzazioni calcistiche diano un limite a questo fenomeno, ci schieriamo a favore del gioco del calcio, affinchè resti un motivo di divertimento e passione e non di arricchimento.


E voi, che cosa ne pensate? DIteci la vostra!


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