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La nuova scuola: DaD o presenza? La protesta degli studenti

di Andrea Sellitti



Malcontento, proteste, occupazioni. Sono tre argomenti che caratterizzano il malessere che la scuola sta vivendo in questo periodo. Ultimamente le acque sembrano essersi calmate. Ma vediamo cosa è successo.


A fine gennaio tutti ci siamo preoccupati del rientro a scuola in sicurezza, soprattutto ci siamo chiesti quale sarebbe stata la percentuale in DaD e quale quella in presenza e se ci sarebbero stati dei cambiamenti sull’orario. Inizialmente tutto sembrava andare secondo la proposta del MIUR ma alla fine, l’ex ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, ha lasciato piena libertà di scelta sul rientro in presenza alle singole regioni e, di conseguenza, alle singole scuole. Con molte di queste non ci sono stati grossi problemi, se non per la regione Campania, dove i dirigenti scolastici hanno deciso autonomamente e dove nessuno si è preoccupato di ascoltare il parere e le preoccupazioni di noi studenti.


Solo nel capoluogo partenopeo oltre 40 licei hanno rappresentato il proprio malcontento scioperando, scendendo in piazza e manifestando sia davanti al palazzo della Regione, chiedendo un colloquio con l’assessore alla scuola Lucia Fortini, sia davanti Ufficio Scolastico Regionale, con l'obiettivo di essere ricevuti da Luisa Franzese. Questo primo tentativo però si è rivelato vano e da qui sono iniziate le dure lotte tra studenti e governo che avrebbe dovuto e dovrebbe, secondo i protestanti, prestare più attenzione al tema scuola.


A distanza di due giorni dal primo colloquio, sono stati occupati i licei Labriola e G.B. Vico. Non da meno è stato il liceo classico Jacopo Sannazaro, i cui studenti, dopo che il preside aveva adottato inizialmente un orario estremamente gravoso, hanno deciso di scioperare ad oltranza fin quando non si sarebbe avuto un riscontro da parte del D.S. che, prendendo anche spunto dalle direttive della Franzese sulla possibilità di avere un unico orario di ingresso, ha modificato tutto.


“Gli incontri con la Franzese all’ufficio regionale e con la Fortini alla regione sono stati degli incontri vuoti, nulli – spiega Gabriele Gullo, rappresentante del liceo G.B. Vico e membro dell’Osservatorio Popolare Studentesco (OPS) – noi abbiamo cercato risposte dalle istituzioni per quella che era la scuola, perché quella che fino ad ora c’è stata, non è altro che una delegazione alle amministrazioni singole, prima alle regioni e poi alle scuole. Sembra quasi che il governo si sia disinteressato all’argomento in questione, soprattutto la Fortini dalla quale non abbiamo ricevuto altro che risposte vaghe”.


Gli studenti, durante la diretta Instagram dello scorso 19 febbraio, hanno rappresentato che l’occupazione, gesto estremo e pericoloso per gli studenti dal punto di vista disciplinare, è stata doverosa. Hanno giustificato tale gesto dicendo che era un modo per far sentire la loro voce e per far sì che il governo si interessasse nuovamente al tema.


È stato inoltre organizzato uno “Screening” nei pressi di piazza Miraglia al centro storico, con l’aiuto di medici volontari dell’ospedale Cotugno e altri ospedali di provincia, per effettuare tamponi gratuiti agli studenti, tra i licei aderenti vi erano G.B. Vico, Genovesi e altri.


La scuola paradossalmente, secondo noi di OPS, potrebbe essere un luogo molto sicuro – spiega Serena Pisano, studentessa del liceo Jacopo Sannazaro e membro dell’Osservatorio Popolare Studentesco – perché abbiamo numerose entità, ad esempio i collaboratori, i professori, i dirigenti scolastici, che fanno di tutto per prevenire il contagio e quindi c’è un controllo non indifferente, dunque lo screening, se fatto per ordine del governo, potrebbe solo essere propedeutico per un vero rientro in sicurezza”.


Un altro problema affrontato è stato quello dell’edilizia scolastica che, secondo i ragazzi di OPS non favorirebbe, insieme alla situazione igienico-sanitaria, il rientro in sicurezza:


In Campania e soprattutto nel sud Italia, ci sono varie criticità per quanto riguarda l’edilizia scolastica, non da quando è iniziata la pandemia, bensì da vent’anni a questa parte – spiega Viviana Perez, studentessa del liceo Fonseca e membro dell’Osservatorio Popolare Studentesco – questo perché non si investe nella scuola, non si investe nell’istruzione e di conseguenza nemmeno nell’edilizia scolastica. Infatti OPS è nato l’8 novembre 2019 proprio per far in modo che si risolva il problema. Nel momento in cui è iniziato il primo lockdown queste criticità che già erano preesistenti, non hanno fatto altro che peggiorare e noi come OPS abbiamo deciso di fare una sorta di manifesto per far sentire la nostra voce”.


Un altro aspetto, sottolineato più volte dagli studenti, riguarda il problema del trasporto pubblico, che rappresenta uno dei principali veicoli di contagio ed al quale né il governo né la regione hanno trovato una soluzione.


Cosa pensate voi di queste proteste? Sono giuste secondo voi? Come ve la siete cavata? Avete protestato anche voi o siete stati in terza parte? Fatecelo sapere sulle nostre pagine social (Instagram, Facebook e Twitter) scrivendoci la vostra.

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