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L’etica: un concetto universale che trascende il tempo

di Anna Maria Siano


La luce non brilla per forza, l’oro non per forza luccica.

“Quando guardo nel futuro, è talmente splendente che mi brucia gli occhi.” disse Oprah Winfrey. Una frase che fa riflettere molto. Oramai siamo nel ventunesimo secolo e possiamo affermare con convinzione che non esistono predestinati e che ogni futuro è frutto di un lavoro immenso e di chi lo ha costruito mattone dopo mattone, giorno dopo giorno, affanno dopo affanno. Arrivati ad un traguardo del proprio percorso, c’è da chiedersi se ogni punto guadagnato sia veramente arrivato per merito.


C’è da domandarsi se si crede in qualcosa per necessità o per remora di un qualche valore morale trasmesso e non acquisito.

Nell’attuale società, per esempio, si crede assiduamente e con tono fermo che ogni ricaduta sia sempre seguita da un rialzarsi inaspettato, ma bisogna distaccarsi da questa credenza.


Un vento freddo che si abbatte su un castello di sabbia senza fondamenta stabili può farlo cadere in un millesimo di secondo, parallelamente, principi come il falso idolatrismo e la bonaria omertà possono crollare in ancor meno tempo.


Spesso, a una certa età, quando ormai si è adolescenti, sovvengono domande sull’etica, sulla specifica volontà del bene e del male di definirsi come bianco e nero ; ma la prima è: “si può definire realmente cos’è l’etica?” Probabilmente no, ci è facile dire che l’etica manca spesso nelle decisioni odierne, che vengono spesso mistificate da problematiche che distolgono l’attenzione da ciò che è veramente d’interesse. Sicuramente l’etica manca nella guerra, nell’odio.


L’etica manca nell’omicidio, nell’omertà. L’etica manca nella cupidigia, nella bramosia. L’etica manca nella possessivitá, nella tossicità; come negli ultimi tempi la società ha ampiamente dimostrato. L’etica viene a mancare spesso; ma a parte in casi evidenti come questi, si ritiene impossibile stabilire univocamente dove l’etica è presente. Citando casi recenti, ci si interroga su quello di Indy Gregory, ad esempio. La bambina era affetta da una malattia degenerativa molto rara che la relegava a uno stato di sofferenza molto atroce.


Tenendo presenti i dati appena presentati, sovviene la domanda sull’etica di chi ha deciso della vita della piccola Indy, sentenziandone la morte con il distacco dei trattamenti vitali che le consentivano di respirare. Ci sono casi, dunque, in cui non si può osservare la vita in bianco o in nero, bisogna certe volte scendere a compromessi.


Bisogna imparare a vedere l’impercettibile: le tantissime sfumature di grigio, così sottili da sembrare invisibili, che distinguono tantissime decisioni complicate. Bisogna biasimare, amare, odiare. Bisogna condurre la vita al meglio, senza intaccare quella degli altri. Molte volte può accadere di avere dei dubbi su sé stessi, è anzi certo che questo avvenga; la strada migliore, in tal caso, non è seguire l’etica o la morale, ma il cuore che non sbaglia quasi mai.


Bisogna farsi condurre dal proprio istinto, rispettando il prossimo, ma dedicando tempo alla crescita personale e ai propri sogni. Solo se ognuno di noi preserva, cura e rispetta, sé stesso e il prossimo, allora magari potremmo testimoniare l’alba di una società nuova dove ogni sorgere del sole è contraddistinto da sfumature diverse e non da notizie scarlatte e sanguinose.


Si crede che l’etica possa aiutare questo processo e portare alla fine di ogni

guerra. Il male terreno è sempre esistito e non si crede di certo che tutto questo possa

cessare, ma si continua a fantasticare sulla tanto sognata vita che ognuno di noi agogna. In conclusione si concede il beneficio del dubbio a ogni azione sbagliata e si aspira ad un futuro veramente splendente da far bruciare gli occhi di tutti.

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