il teatro greco (parte 1): la donna e il suo temperamento
- Il Napoletano Espanso
- 23 apr 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 19 lug 2023
di Paolo Calandra

Il teatro greco metteva in scena gli atteggiamenti delle donne e le loro azioni esplorandole in ogni tratto: le loro passioni e le loro emozioni diventavano quasi un riferimento per la sfera maschile.
Ad interpretare i ruoli femminili erano tuttavia gli uomini e non si è sicuri se le donne potessero realmente prendere parte agli spettacoli. Questo perché, secondo alcuni grecisti, la tragedia classica era emblema del diffuso disprezzo per le donne, di quella radicata misoginia che sanciva la subordinazione del femminile.
Altri grecisti sostengono una tesi diametralmente opposta, notando come la letteratura greca dell'età classica proponga al suo pubblico immagini di donne significative, personaggi di grande rilevanza, capaci di compiere gesti eroici avvalendosi del proprio animo forte e dal fiero temperamento.
Antigone, nell’omonima tragedia sofoclea, si ribella alle leggi dello stato che le vietano di concedere sepoltura al fratello, affrontando coraggiosamente la morte, in nome delle νόμινα άγραπτα.
Nelle Trachinie il personaggio di Deianira ci viene presentato da Sofocle come dimostrazione dell'ammirazione che i Greci avrebbero avuto per il sesso femminile.
In Eschilo appare conforme a tale tesi il profilo di Clitennestra che l’autore traccia nella trilogia dell’Orestea.
Clitennestra brama la vendetta per il sacrificio della giovane figlia Ifigenia, immolata dal padre per ragioni, appunto, politiche, e la sua rabbia viene esacerbata dalla scoperta dell’esistenza di Cassandra, divenuta concubina del re.
Clitennestra percepisce la relazione tra Agamennone e la profetessa come un oltraggio (nonostante fosse un comportamento del tutto normale per l’uomo greco), mettendo così in discussione la morale tradizionale.
Nelle Supplici e negli Egizi Eschilo mette in scena la ribellione delle cinquanta figlie di Danao al matrimonio con gli altrettanti cugini.
Esse uccidono i rispettivi mariti durante la prima notte di nozze etichettando quel tipo di matrimonio come una forma di schiavitù.
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