Halloween: tre casi irrisolti che non ti faranno chiudere occhio
- Il Napoletano Espanso
- 1 nov 2021
- Tempo di lettura: 4 min
di Rita Iodice

È finalmente arrivata la notte di Halloween e con essa le storie e le leggende che, con il trascorrere degli anni, sono nate su di essa. Racconti di fantasmi, di luoghi maledetti, demoni e streghe ma che nulla hanno a che fare con ciò che invece accade nel mondo reale. D’altronde cosa spaventa di più della frase “tratto da una storia vera” all’inizio di un sano film dell’orrore?
Eccovi quindi 3 casi irrisolti che non vi faranno chiudere occhio, parola mia!
Caso 1. La misteriosa morte di Christopher Jenkins
È la notte di Halloween del 2002 quando Christopher Jenkins, uno studente universitario di 21 anni che frequenta l’università del Minnesota a Minneapolis, lascia una festa a cui era con gli amici e la fidanzata per recarsi al Lone Tree Bar and Grill, al centro della cittadina. Il buttafuori lo caccia poco dopo; una rissa forse il motivo scatenante, sta di fatto che da quel momento di Christopher Jenkins non si ha più traccia. Il suo corpo verrà trovato ore più tardi, a 5 miglia di distanza dal bar dove era, proprio sopra il ponte Hennepin; il suo corpo fluttua nel fiume con le braccia legate ed incrociate sul petto mentre, nella mano sinistra, stringe ancora una ciocca di capelli umani.
Secondo quello che affermò in seguito il buttafuori, Christopher se ne sarebbe andato da solo senza telefono, portafogli o giacca, con addosso soltanto il suo costume da indiano. La polizia dichiarò inizialmente la sua morte come “un incidente”, archiviando il caso subito dopo, ma nessuno tra i suoi amici e i suoi familiari credette a questa ipotesi.
Successivamente vennero ideata diverse teorie sulla morte di Christopher, molte delle quali avvalorate da altri casi di scomparsa tra collegiali trovati tutti in specchi d’acqua, fino ad arrivare alla più gettonata teoria di un killer soprannominato “Smiley face” che rapisce e uccide giovani universitari. Nessuna di queste teorie fu però mai ritenuta valida.
Ma allora cosa è davvero successo a Christopher quella sera?
Caso 2. L’omicidio di Chaim Wess
L’orologio del dormitorio del terzo piano al 63 di East Beech, a Long Beach, segna l’1:20 del 1 novembre 1986, quando Chaim Weiss, uno studente di 15 anni della Yeshiva, viene colpito due volte alla testa con un’arma che la polizia definirà “simile ad un’accetta”. Chaim è solo in camera, nessuna porta sul retro, nessun segno di forzatura alla porta, nessuna arma del delitto; solo una finestra viene trovata aperta mentre il corpo è disteso sul pavimento, ancora con il pigiama indosso, i piedi appoggiati al letto. Chaim viene visto per l’ultima volta intorno alle 00:45 del sabato mattino da alcuni dei suoi compagni; da quel momento non se ne avrà più notizia fino al ritrovamento del suo cadavere il mattino successivo.
La polizia stabilì che il corpo fosse rimasto disteso per terra per almeno un paio d’ore e che molti degli elementi trovati in camera di Chaim, come la finestra aperta, la candela rossa lasciata sul davanzale e i piedi poggiati sul letto, facessero pensare che l’assassino conoscesse alla perfezione i rituali e le pratiche ebraiche e che dunque doveva trattarsi per forza di uno degli studenti dello Yeshiva. Il caso non venne mai risolto e tuttora la polizia lo definisce uno dei più brutali e crudeli di New York.
Caso 3. La scomparsa di Steven Damman
È il pomeriggio del 31 ottobre 1955, quando Marilyn Damman porta i figli Steven, di due anni, e Pamela, di sette mesi, al mercato Food Fair. Marilyn lascia i bambini fuori dal negozio dicendo a Steven di prendersi cura della sorellina più piccola. La donna resta nel mercato più o meno 5 minuti prima di uscire per scoprire che entrambi i suoi figli erano spariti nel nulla. Marilyn non perde tempo e torna a casa credendo che Steven possa aver spinto la carrozzina, con all’interno la sorella minore, fino a casa ma arrivata dei bambini non vi è traccia. La carrozzina di Pamela verrà trovata più tardi, a 300 piedi di distanza dal negozio di alimentari, con all’interno la piccola illesa, ma di Steven neppure l’ombra. Marilyn allora chiama immediatamente la polizia e le ricerche iniziano con più di 5000 cittadini volontari intenti a ritrovare il piccolo.
Dopo 28 ore dalla scomparsa di Steven la polizia dichiara il caso come un “rapimento” ma, nonostante le incessanti indagini, del piccolo non si avranno notizie fino al mese successivo quando alla famiglia Damman arriva una lettera da parte di uno studente universitario con una richiesta di riscatto: $ 3000 in cambio di Steven. In seguito la famiglia riceve altre richieste di riscatto ma ognuna delle quali porta a un vicolo cieco.
Del piccolo Steven non si ebbero più notizie. Nel corso degli anni sono stati segnalati diversi casi di avvistamenti ma nessuno mai accertato. Nel febbraio del 1957, fu ritrovato il cadavere di un ragazzino nei pressi di Filadelfia; il corpo rimane ancora oggi non identificato ma c’è chi crede che sia proprio del piccolo Steven scomparso quella mattina di Halloween del 1955. Per gli appassionati l’omicidio è conosciuto col nome di “The boy in the box”.
Bene miei cari lettori, il nostro viaggio in alcuni dei casi irrisolti più macabri e sconvolgenti di Halloween si conclude qui, spero di non avervi spaventato troppo per stasera anche se, dopotutto, è proprio la notte di Halloween. Fate buoni incubi e ricordate che “i veri mostri sono umani”.
Al prossimo caso!
Comments