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Giulia Cecchettin: un minuto di rumore più che di silenzio

di Andrea Sellitti


“Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. Queste sono le parole che risuonano ai telegiornali, nelle scuole, negli atenei e nelle menti di tutti; tratte dalla poesia di Cristina Torre Càceres in ricordo di una ragazza la cui storia fa sempre più riflettere sulla tematica del femminicidio.


Ogni volta ci chiediamo come sia possibile che una semplice relazione tra innamorati possa tramutarsi in tragedia. Il caso che andremo a narrare oggi è sicuramente un caso che ha sconvolto l’Italia intera, soprattutto la Generazione Z, ed è la triste storia di Giulia Cecchettin.


Ci troviamo a Vigonovo, in provincia di Venezia. Qui viveva Giulia Cecchettin, aveva 22 anni e studiava Ingegneria biomedica all’università di Padova, dove si sarebbe dovuta laureare circa due settimane fa. Giulia amava tanto studiare, era una ragazza dolce, solare, una ragazza come tutte le altre.


Circa un anno fa nello stesso corso di studi conosce un ragazzo, Filippo Turetta, e se ne innamora, tanto da intraprendere con lui una storia che, fino ad agosto di quest’anno, sembra essere abbastanza stabile.


Come già accennato, Giulia si doveva laureare; ma quel giorno, da lei tanto atteso, non arriverà mai. Siamo alla sera di sabato 11 novembre; Turetta va a prendere la giovane con la sua macchina (una FIAT punto nera, che in questa storia gioca un ruolo molto interessante) per passare qualche ora insieme, come facevano abitualmente.


L’ultimo messaggio di Giulia era stato inviato alla sorella poco prima delle 23 di quel giorno, poi da allora si perdono le tracce di entrambi. Un testimone ha dichiarato che intorno alle 23:15 aveva visto dal balcone della propria casa un uomo e una donna litigare in un parcheggio a Vigonovo, non distante dalla casa di Cecchettin. Subito dopo avrebbe visto l’uomo forzare la donna ad entrare in macchina, per poi allontanarsi velocemente.


Da allora i genitori dei due ragazzi decidono di fare un appello congiunto per il ritrovamento, con l’aiuto anche delle forze dell’ordine.


L’attenzione dei carabinieri si concentra soprattutto su Turetta (ricordiamo, in un parcheggio -racconta un residente della zona- avrebbe litigato con la ragazza, l’avrebbe spinta in macchina e sarebbe scappato) e viene aperta così un’inchiesta per scomparsa di persona.


Vengono anche tracciati i movimenti delle carte di credito, della targa presso i pedaggi e l’aggancio alla rete del telefono. Ma ancora nulla da fare.


Nel frattempo, a offrire un’altra spiegazione della scomparsa dei due, sono gli zii della giovane: “Filippo non era contento che Giulia si laureasse domani (giovedì 16 novembre) perché temeva che si potesse allontanare da lui”, ha detto la zia di Giulia, Elisa Camerotto.


Purtroppo, sabato 18 novembre, una notizia sconvolge l’Italia intera: la procura di Venezia annuncia di aver trovato il corpo di una ragazza che era stata immediatamente identificata come Cecchettin. La salma pare essere stata trovata coperta da alcuni sacchi neri ai piedi di una scarpata della Val Caltea nella zona del comune di Barcis, in Friuli.


Secondo le dichiarazioni della procura, le cause della morte sono riconducibili ad almeno 20 coltellate in prossimità di testa e collo. Ora tutto ha una spiegazione: Turetta ha ucciso la sua ragazza; ma quale sarebbe, secondo voi, il movente? Facciamo un passo indietro e lo scopriremo.


Come accennato, fino ad agosto la situazione sentimentale tra Filippo e Giulia sembra andare per il verso giusto, ma in lui c’è qualcosa che fa preoccupare Giulia. Infatti, in un audio alle amiche, racconta la sua preoccupazione, dicendo che il fidanzato la maltrattava già da tempo e che stava diventando una relazione fortemente tossica, tanto che un giorno lui le disse“se tu mi lasci io la faccio finita”.


Lei però ha paura di lasciarlo, per ciò che potrebbe accadere. La ragazza chiede aiuto anche ai genitori di Turetta, dicendo di star vicino al figlio, in quanto era preoccupata per lui e che voleva interrompere la relazione.


Turetta però dove si reca dopo aver ucciso Giulia? Come abbiamo visto, lui possiede una FIAT punto nera, che userà per la fuga in diversi paesi stranieri. Infatti, nella notte tra il 17 ed il 18 dicembre si ferma ad un distributore automatico di benzina in piena notte, per poi sparire completamente dalla circolazione.


I carabinieri, dunque, iniziano una vera e propria interminabile caccia all’uomo, facendo pendere su di lui un mandato di arresto per omicidio premeditato e sequestro di persona al livello internazionale.


Nel frattempo, in Italia, Elena, sorella della vittima, rilascia diverse interviste e lancia un appello a tutte le donne che subiscono maltrattamenti di qualsivoglia tipo, dicendo che non c’è nulla di male a chiedere aiuto e dichiarando che ci sono persone realmente competenti e non indifferenti che non esitano ad offrire un aiuto.


Tornando a Filippo, il ragazzo viene trovato vivo nei pressi di Lipsia, in Germania, dove ha terminato la corsa con la sua punto nera; dichiara alle autorità tedesche di aver ucciso la fidanzata e di aver più volte cercato di farla finita tentando di puntarsi un coltello alla gola o di schiantarsi con l’auto, ma senza alcun successo.


Oggi pomeriggio è atterrato in Italia e attualmente è detenuto a Verona in attesa del processo.


Sono bastati poco più di un paio di giorni affinché gli studenti di tutto il paese facessero un minuto di rumore. In quanto Giulia era una nostra coetanea, nonché la 105esima donna uccisa nel 2023 per mano di un uomo.


In ricordo di Giulia, giovane studentessa, ovunque lei sia in questo momento, la redazione tutta del Napoletano Espanso si stringe forte vicino alla famiglia della ragazza. Per te tutti gli studenti faranno tanti, ma tantissimi minuti di rumore più che di silenzio.

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