Fridays for future 2022: il ritorno del Global Strike
- Il Napoletano Espanso
- 28 mar 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 27 feb 2023
di Alessandro Terracciano

“Non vi stiamo chiedendo il futuro, stiamo venendo a riprendercelo”. Ecco il grande striscione che apre il corteo che vede scendere in piazza gli attivisti del movimento Global Strike di FFF (Fridays For Future), dopo diversi mesi, coinvolgendo centinaia di studenti, scuole, collettivi ed associazioni di tutta Napoli, in occasione dello sciopero globale per il clima. Numerosi ragazzi provenienti da Napoli e provincia si sono dati appuntamento in piazza Garibaldi, per poi dirigersi, attraversando il cuore del centro storico partenopeo, verso Piazza Plebiscito, passando per Corso Umberto, piazza Bovio, Questura e Piazza Municipio. Poi, superata piazza Municipio, alcuni attivisti si sono introdotti nella sede del Consiglio comunale in via Verdi, attaccando sulla facciata principale del palazzo un lungo striscione recante la scritta “Stop blah blah blah”, ricordando un celebre discorso tenuto dall’attivista Greta Thunberg lo scorso settembre a Milano.
Tra cori, striscioni e slogan, i ragazzi tornano a manifestare per l’ambiente, ribadendo che la crisi climatica non si è per nulla interrotta. Ma non solo. Innumerevoli infatti le scritte, da “Future No Profit” a “Governi, guerre e indifferenza, avrete resistenza”, e perfino “Basta bugie di Stato”. Dunque, un corteo che, accanto alle richieste di fermare il cambiamento climatico, propone anche una lotta alle nuove corse agli armamenti, per fermare non solo la guerra in Ucraina, ma anche tutte le altre guerre che insanguinano il nostro pianeta. Si chiede così ai governi di “investire più fondi per avviare concretamente la transizione ecologica e di stanziare meno fondi per le guerre”.
“Ci ribelliamo - continuano i giovani napoletani - ad un sistema che allarga sempre più la forbice tra ricchi e poveri e faremo nomi e cognomi di chi compie crimini di guerra, crimini contro l’umanità. Lo diciamo da tre anni che è necessario cambiare paradigma e stravolgere il sistema e che la crisi va risolta con gli stessi soldi di chi ci ha trascinato in questo disagio economico”.
Ma i manifestanti denunciano anche “il piano del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, che intende passare dal gas al carbone per sopperire al gas russo, che ad oggi costituisce il 40% dei nostri approvvigionamenti. Noi - hanno aggiunto - siamo una generazione intera che è pronta a riprendersi il proprio futuro, perché il loro tempo è scaduto, ora inizia il nostro”. Inoltre, i ragazzi ritornano ancora una volta a condannare il modello istruzione-azienda, tra stage e l’alternanza scuola-lavoro (oggi denominata PCTO), arrivando alla morte dei due giovani studenti Lorenzo e Giuseppe.
E numerosi sono stati i giovani che si sono fatti avanti, per dire la loro e per dare spazio alla propria voce su tematiche così delicate e complesse. Tra cui Giulia, studentessa del liceo classico statale Gian Battista Vico: “Nella nostra scuola la causa ambientale è particolarmente sentita: basti pensare che l’anno scorso abbiamo tentato di eliminare il consumo delle bottigliette di plastica a scuola, facendo uso di borracce che ogni giorno ciascuno di noi porta in classe”.
“Noi abbiamo voluto dare una connotazione un po’ diversa al Fridays for Future - spiega Andrea De Santis, appartenente al coordinamento degli studenti dell’area flegrea - portandolo anche da un punto di vista molto più politicizzato, considerando che le più grandi multinazionali e banche d’Europa nell’ultimo anno hanno stanziato 1.500 miliardi di fondi destinati ai combustibili fossili. Dunque, per noi la lotta ambientale non può essere seguita da un sistema legato al profitto e al benessere di pochi. A parte ciò, noi, accanto alla lotta ambientalista, ci schieriamo contro la guerra in Ucraina, che, oltre ad aver devastato popolazioni intere, sta determinando le condizioni per una possibile guerra nucleare che potrebbe distruggere per sempre il pianeta”.
“L’obiettivo principale del movimento FFF - commenta Christian, studente dell’istituto tecnico Alessandro Volta - è quello di sedersi a tavolino, sperando che inizi il prima possibile una reale trattativa, al fine di aumentare lo sviluppo della transizione ecologica nel minor tempo possibile. Certo è che c’è ancora molto da fare per quanto riguarda gli investimenti. E’ necessario capire innanzitutto come ricavare l’energia, visto che le energie rinnovabili sono ancora molto difficili da ottenere. Dunque, appena la guerra finirà, si dovrà subito investire nella transizione ecologica e in tutto ciò che non è inquinante”.
Ma la causa ambientale non è solo sentita dagli adolescenti: interessanti le parole di Maria Filippone, ex dirigente scolastico del Liceo Ginnasio Statale Jacopo Sannazaro ed attuale vicesindaco della città di Napoli, la quale afferma: “Ho percepito con soddisfazione il ritorno nelle piazze di tutta Italia del movimento FFF, dato che si sta parlando di mobilitazioni pacifiste che guardano al futuro con strumenti assolutamente nuovi. Deve dunque riprendere vigore e spingere i politici a dare risposte concrete sul fronte ecologico. Apprezzo anche che lo striscione sia stato appeso sui balconi della sede del Consiglio Comunale della città di Napoli: se fosse possibile potrebbe anche rimanere”.
A proposito delle possibili conseguenze che tali manifestazioni potrebbero avere sulla società, la prof.ssa Filippone ha affermato “Il tema è quando. Certo, una spinta verso lo sviluppo della transizione ecologica dal Pnrr sta arrivando. Questo è un dato incontrovertibile. Al momento l’emergenza e la tragedia della guerra in Ucraina, purtroppo non molto lontane da noi, stanno probabilmente arrestando diverse iniziative. Ma nel momento in cui si tornerà alla normalità, queste manifestazioni potranno assumere un impatto più significativo. In ogni caso - prosegue Filippone - il movimento del Fridays For Future è caratterizzato da una serie di tratti di unicità: da un lato, l’interconnessione. Infatti questo movimento è riuscito a diventare planetario, senza confini, senza limiti. Dall’altro lato, le modalità comunicative sono tutte all’insegna della non violenza. Questi elementi conferiscono al movimento una grande credibilità, che deve spingere chi ha poteri decisionali ad accogliere le richieste e a trovare, possibilmente insieme, attraverso tavoli aperti, delle possibili soluzioni. La città di Napoli è al fianco dei suoi giovani”.
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