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Espulso l'imam di Bologna: aveva rivendicato sostegno ad Hamas



Zulfiqar Khan, imam della Moschea di Bologna, nella giornata di martedì 8 ottobre, è stato convocato in questura, dove successivamente gli è stato comunicato il mandato di allontanamento territoriale dalla nostra Penisola e dunque l’espulsione. Le indagini sono cominciate lo scorso autunno, dal momento che gli inquirenti hanno trovato ed analizzato delle sue registrazioni in cui sosteneva la jihad, ma la lista dei capi d’accusa è molto più ampia: supporto ad Hamas e ai martiri mujahidin, omofobia, antisemitismo, antifemminismo, antioccidentalismo.


Una serie di tweet e video, pubblicati tra ottobre 2023 e aprile 2024, ritraevano l’imam che si scagliava contro i Paesi occidentali che supportavano Israele e malediceva tutto il blocco occidentale, auspicando ad una fine di questi per mano di Allah, inoltre l’ultimo tassello che ha fatto scattare il mandato di espulsione è stato il legame con gruppi dell’Islam radicale, gruppi paramilitari e terroristici con il possibile inserimento di alcuni di questi individui nel nostro Paese.

Zulfiqar Khan era in Italia dal 1995 ed era riuscito anche ad ottenere il permesso di soggiorno, revocato visto il decreto di espulsione, che però deve essere convalidato dal tribunale.


Ovviamente la notizia ha avuto una risonanza mediatica molto ampia, poiché convergono in questa situazione tematiche più attuali che mai e a tal proposito il legale dell’imam, l’avvocato Murru, si è espresso giustificando che le affermazioni pronunciate dal suo cliente sul conflitto israelo-palestinese erano strettamente personali, considerando anche la sua figura di leader religioso e che le frasi considerate omofobe e razziste non sono altro che interpretazioni del Corano e dei testi sacri.


Murru non termina qui la sua intervista ma, provocatoriamente, sostiene che anche alcune figure della Chiesa cattolica abbiano affermato frasi molto più gravi sul tema dell’omosessualità, giustificate dall’interpretazione dei “testi sacri” ed inoltre si appella ad un episodio avvenuto qualche mese fa, quando il vicepremier Matteo Salvini pubblicò un tweet in cui sosteneva che Zulfiqar Khan andasse espulso e che quindi il ministro Piantedosi sia stato troppo “molle” e superficiale nel prendere questa decisione.


Si attendono novità dai piani alti dello Stato, anche se probabilmente visti gli ultimi avvenimenti del conflitto israelo-palestinese e il coinvolgimento indiretto dell’Italia, il mandato di espulsione verrà analizzato e discusso più attentamente.

L’opinione pubblica in Italia gioca un ruolo fondamentale, spesso la troppa pressione che proviene dall’esterno influisce negativamente su alcune scelte e il caso dell’imam di Bologna è uno degli episodi più delicati degli ultimi periodi, poiché, come già detto precedentemente, ci sono diverse questioni che entrano in ballo con la decisione presa dal ministro Piantedosi.


La prima di queste è sicuramente la questione terrorismo: tra le accuse spicca il possibile ingresso in Italia di alcuni estremisti islamici, agevolati proprio dall’imputato; poi non si può tralasciare le ingiuriose frasi rivolte in favore dell’omofobia e della violenza sulle donne, che secondo i difensori di Khan rientrano nella religione musulmana, come detto anche dal suo legale, ed infine la tematica più complessa è quella del conflitto israelo-palestinese.


Dopo l’ultimo attacco israeliano alle due basi Unifil italiane in Libano, è cresciuta di molto la tensione tra il nostro Paese e Israele, con le manifestazioni pro-Palestina che si intensificano e l’opinione pubblica che potrebbe “alleggerire” uno dei capi d’accusa dell’imam Zulfiqar Khan.


Ora la palla passa al tribunale, chiamato a gestire una situazione pesante, che riflette altre problematiche molto diffuse in Italia, ma sicuramente la decisione finale non passerà inosservata e sarà a lungo argomento di discussione.


E tu, cosa ne pensi? Dicci la tua!

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