Droga: un grande problema per la nostra società
- Il Napoletano Espanso
- 29 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 set 2024
di Rita Dubinin

A chi non è mai capitato di notare la scritta “Dio c’è” su autostrade, sulle mura di città e perfino sulle mura del cimitero? Almeno una volta nella vita tutti ce ne siamo imbattuti; cosa abbiamo mai potuto pensare? Che sia un messaggio che vuole ricordare ad ognuno Dio, le sue beatitudini e la sua potenza? Questa frase non è riferibile al nostro Dio, ma a quel dio che governa, regola e giostra la vita, i pensieri e le scelte di molti. Un Dio tutt’altro che buono, che porta a sbagliare e talvolta alla morte, pensiamo per esempio a Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, di 16 e 15 anni, morti a causa dell’assunzione del metadone. Si, perché con quella frase si richiama il dio droga e per la parola dio non c’è maiuscola che tenga.
Per molti “Dio c’è” è l’acronimo di “Droga In Offerta a Costi Economici” e quella frase, scritta di rosso o di nero con una bomboletta spray, segnala la presenza in zona di uno spacciatore. Queste scritte sono databili agli anni ’70-’80, quando ancora non c’erano né smartphone, né i social network, oggi vere e proprie piazze di spaccio virtuale per molti. Le droghe e le dipendenze sono ancora un fenomeno presente e fortemente radicato fra i ragazzi. La realtà è che il traffico di droga non ama apparire, perché è diffuso a più livelli e gli spacciatori ricercano la protezione dell’anonimato. Ed è proprio in questo anonimato che entrano in gioco le misteriose scritte.
Nel volere capire la diffusione della droga c’è anche da chiedersi: perché la droga ammalia e richiama proprio come le sirene fecero con Ulisse nell’Odissea? Forse alla nostra età si comincia ad assumere droghe per compiacere gli altri, un po’ come accade per le sigarette. Per i neo-consumatori la droga è sinonimo di condivisione e si segue il branco anche quando se ne capiscono le terribili conseguenze.
Questo potrebbe essere un motivo, ma ce ne sono tanti altri: combattere la noia, avere voglia di sballarsi, voler essere fuori dalle righe. L’ iniziazione a “farsi” avviene quasi sempre per caso e nel primo incontro con la droga sono complici più persone e cose, oltre la noia o un triste senso di inadeguatezza alla vita. Il rapporto dell’ESPAND (progetto di studio sul consumo di alcol e droghe tra i giovanissimi) elaborato dal Cnr, rileva che l'1 % degli studenti ammette di aver fatto uso di eroina almeno una volta nella vita, quindi circa 28mila giovani. Le sostanze più diffuse sono l’eroina, la cocaina e gli allucinogeni. L’uso di droghe offre un benessere immediato psicologico ed emotivo, offrendo una vera e propria condizione di “benessere” per chi ne fa uso ma, nel mentre l’uso diviene abituale, la vita va in rovina nella sua biologia, nel suo essere VITA.
I fattori scatenanti dell’uso di droghe hanno una grossa importanza, ma ancora più rilevante è la speranza nel trattamento curativo di qualsivoglia stato di malessere e nel recupero a lungo termine. Qualunque sia la sfida che un ragazzo sta affrontando, ci sono modi positivi e sani per cercare e trovare aiuto. Non si è mai soli nell’affrontare le sfide, non si è mai soli nel percorso della vita; Farsi aiutare da un genitore o un amico o da professionisti esperti non è debolezza o diversità, è spesso necessità.
E tu cosa ne pensi? Dicci la tua!
Comments