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Donne dietro le quinte

Vi è mai capitato di non avere il merito di una vostra creazione? O che il vostro contributo non sia stato riconosciuto abbastanza?

A molte donne è capitato e ancora oggi capita, per questo motivo vi parlerò di tre donne che hanno dato tanto al mondo, ma quest’ultimo non ha ricambiato il favore.


Joann Morgan nata a Hutsville il 4 dicembre 1940 è stata la prima donna ingegnere della Nasa e la prima dirigente alto livello del Kennedy Space Center. Come la sorella maggiore di tre fratelli ha sempre dovuto affrontare diverse sfide, ma la sua tenacia nel portare avanti le sue idee e la sua intelligenza è ammirata da molte donne, ma non solo. Iscritta nel 1958, si è laureata in matematica all’università della Florida e dall’estate subito dopo il diploma, a 17 anni, iniziò a lavorare a Cape Canaveral e Air Force Station sotto la guida di svariati mentori. Questo PICCOLO programma in poco tempo in risposta alle organizzazioni sovietiche si trasformò in una ‘’modesta’’ organizzazione scientifica chiamata National Aeronautics and Space Administration; meglio conosciuta come Nasa. Nel 1963 ha iniziato a lavorare nel progetto Kennedy Space Center.


Il progetto che ha portato il primo uomo sulla luna. Dove ovviamente, era l’unica donna e l’unica ingegnera nella sala di controllo durante il lancio dell’ Apollo 11 il 16 luglio 1969. Dr. Kurt Debus, il primo direttore del Kennedy Space Center, osservando le abilità di Morgan, le fece ottenere in poco tempo il certificato di ingegnere e così venne assunta nel loro team.

La sua presenza ha reso inizialmente scettici molti, se non tutti i suoi colleghi, ma lei sapeva di valere e questa sua consapevolezza ha contribuito in maniera rilevante all’allunaggio.

Jim White (il loro capo) cercò di placare fin da subito i pregiudizi, pianificando una riunione con tutta la squadra tranne Morgan per dire a tutti di trattarla come un ingegnere e con rispetto.

‘’Possiamo chiederle il caffe?’’ Chiesero gli uomini ‘’No, non chiedi agli ingegneri di fare il caffè’’ Rispose White.

La sua storia la possiamo vivere attraverso il film Hidden Figures (il diritto di contare) il quale mostra le piccolezze che rende questa donna così forte e brillante.


Invece, avete mai giocato a Monopoli? Molto probabilmente si. Ma sapete chi l’ha inventato? Molti direbbero Charles Darrow negli anni ’30. Ma siete sicuri che la storia sia andata veramente così?

Elizabeth Magie era una donna nata nel 1866 a Macomb in Illinois. Lei è sempre stata una persona acculturata. Leggeva molto e si dedicò alla scrittura diventando stenografa e successivamente giornalista. Dopo aver letto il libro ‘’Progresso e povertà’’ di Henry George divenne sostenitrice del Georgismo. Un movimento, il quale sostiene che le proprietà e tutto ciò che entra in contatto con la natura deve avere una tassa unica dato che la natura è proprietà dell’umanità, ma anche per diminuire le disuguaglianze. Sulla base di questi principi decise di inventare, nel 1903, un gioco educativo che insegnasse il mondo dell’economia divertendosi. Lo chiamò The Landlord’s game (gioco dei proprietari terrieri).


Questa attività dimostrava come acquisendo o vendendo proprietà, i ricchi diventassero sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Problema che persiste ancora oggi.

Il gioco ebbe un enorme successo. Ma in ogni città c’era sempre una persona diversa che se ne voleva prendere il merito. Un giorno, un ex venditore di caldaie, disoccupato, fu incuriosito da questo gioco e così decise di ‘’migliorarlo’’ cambiando nomi e aggiungendo carte e chiamandolo Monopoly. La sua versione vendette milioni di copie, attribuendosi tutto il merito. Quest’uomo si chiamava Charles Darrow.


Il ruolo di Elizabeth Magie non è stato riconosciuto, almeno non fino ai tempi nostri, perché dato per scontato che una donna non avrebbe mai potuto ideare un gioco così complesso ed elaborato. Il merito alla fine, ancora ai giorni nostri, va a un uomo che si è approfittato della limitata mentalità dell’epoca e invece di incoraggiare il cambiamento decise di guadagnare su un’ idea altrui.


Vi dice, inoltre, qualcosa il nome: Rosalind Franklin? Se si, bene conoscete una delle donne che ha fatto una grande scoperta nella storia dell’uomo. Se invece la risposta è no, vi illumino. Rosalind Franklin nacque a Nothing Hill, uno dei quartieri più lussuosi di Londra, il 25 luglio 1920. Studiò all’ Università di Cambridge, materie per lo più scientifiche, a 18 anni, seguendo le orme del padre. Ma già da lì incontrò diversi ostacoli. A quei tempi le donne avevano dei ruoli precisi e anche se avevano già il diritto al voto (dal 1945) le loro vite, ma specialmente le loro carriere non erano in discesa, bensì su una salita rocciosa. Rosalind ha deciso di combattere questa mentalità ristretta e maschilista e nel 1941 si laureò. Dopo tanti anni di esperienza in giro per l’Europa nel 1951 grazie a una borsa di studio, entrò nel gruppo di ricerca del DNA del King’s College.


Grazie alle sue rare doti di cristallografa riuscì a ottenere immagini più nitide del DNA (forma elicoidale) capendo meglio la sua composizione chimica. A Franklin non fu riconosciuto niente. I suoi due colleghi Francis Crick e James Watson usarono le sue ricerche per pubblicare un articolo nel 1953 prendendosi tutto il merito. Dieci anni dopo vinsero addirittura il Nobel per la medicina senza neanche nominare il nome che ha realmente fatto un delle più grandi scoperte della storia: Rosalind Franklin. Dopo questo plagio Rosalind abbandonò il King’s college dedicandosi ad altri progetti che sono, ancora oggi, usate per diverse ricerche. Morì il 16 Aprile 1958 di cancro alle ovaie alla giovane età di 38 anni.


Queste sono tre esempi di come la nostra società maschilista faccia di tutto per mettere a tacere le donne e i loro meriti e di come ‘’Noi’’ inteso come comunità (sia uomini che donne) dobbiamo far si che gli errori del passato non ritornino a bussare alla nostra porta.

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