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Arte contemporanea: potevo farlo anche io?

Aggiornamento: 19 lug 2023

di Paolo Calandra



Non è raro oggi sentire affermazioni che tendono a biasimare il mondo dell'arte contemporanea ed i nuovi artisti, i quali, proponendo nuove tecnologie, nuove tecniche e nuovi materiali, sono spesso superficialmente criticati. Ciò che è più grave è che anche appassionati d'arte e di cultura manifestano disapprovazione nei confronti della nuova arte.


Dinanzi ai capolavori dei più illustri artisti contemporanei si sentono proferire frasi ormai usuali: "potevo farlo anche io!" è di certo la più frequente. Purtroppo molti non riescono a comprendere cosa possa celarsi dietro un'opera di arte contemporanea. Il lavoro dell'artista contemporaneo non è per niente banale, è quanto mai complesso. Che quest'ultimo non impieghi tempo nel dipingere con la precisione del Michelangelo o non rappresenti le luci o le sfumature con i dettagli minuziosi del Caravaggio, non fa della sua arte un impiego banale, anzi.


Ogni opera d'arte non rappresenta solamente un singolo lavoro artistico, bensì l'evoluzione del pensiero e delle idee espresse nell'evolversi della storia dell'arte; quest'ultima non la definirei come semplice evoluzione delle tecniche, ma più propriamente come evoluzione dei concetti.


Il vero artista contemporaneo opera con la consapevolezza del lavoro svolto dai grandi maestri del passato, ma rivolgendo il proprio sguardo al futuro. L'arte contemporanea, infatti, può essere compresa solamente studiando le forme artistiche precedenti, che, a differenza di ciò che si pensa, sono strettamente legate all'elaborazione moderna del pensiero artistico.


Prendiamo in considerazione il minimalista Robert Ryman. La maggior parte dei suoi dipinti sono caratterizzati da pennellate bianche su tele quadrate. Queste, se all'apparenza possono sembrare banali, in realtà, celano un pensiero profondo. Il pittore aveva intuito che oggi non spaventano tanto le guerre quanto il vuoto e la noia. Se l'arte è espressione della società, questa è la società in cui viviamo: vuota. Cosa poteva rappresentare meglio questo concetto se non una tela bianca?


La storia dell'arte è il processo che ci illustra il progressivo cambiamento delle esigenze dell'artista. Se lo sfumato di Leonardo nasceva per rappresentare le figure in continuo movimento, se l'oro di Klimt serviva a rappresentare l'essenza dell'amore aureo, se Picasso si avvaleva del cubismo per superare la bidimensionalità della tela, Ryman, invece, utilizza uno stile monocromo per rappresentare il vuoto della società contemporanea.


Coloro che affermano che opere di tale calibro possono essere realizzate da gente comune, dovrebbero riflettere più a lungo.


Allora poniamoci la fatidica domanda: "potevo farlo anche io?"


Certo che si, ma potevamo farlo solo sessanta anni dopo Robert Ryman; ciò fa comprendere la genialità dell'artista, una figura che grazie al pensiero vive il futuro, donando a noi amanti dell'arte solo un assaggio di ciò che verrà.

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