Arrestato Matteo Messina Denaro: è davvero una vittoria per lo stato?
- Il Napoletano Espanso
- 30 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
di Alessandro Terracciano

“Con l’arresto di Matteo Messina Denaro si chiude davvero una delle più drammatiche stagioni della storia della Repubblica”, “Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi mai di fronte alla mafia”. Queste sono soltanto alcune delle dichiarazioni che sono state pronunciate in merito alla cattura dell’ultimo vero capomafia “di prima grandezza” di Castelvetrano (TP), dopo essere stato sorpreso, in seguito a ben 30 anni di latitanza, durante la mattina del 16 gennaio 2023 dai carabinieri del Ros nel day hospital della clinica Maddalena, a Palermo. E senz’altro è inutile negare che l’azione e le indagini che hanno portato all’arresto del latitante possano essere considerate lodevoli.
Si è diffusa in questi giorni un’immagine quasi mitologica, eroica dei carabinieri che conducono il capomafia ultrasessantenne in galera. Per cui, l’arresto di Messina Denaro rappresenta un evento storico innegabile.
Ma le domande restano ancora molte. Infatti, ora il boss dovrà scontare una serie di condanne per essere stato il responsabile di circa 60 omicidi. “Con le persone che ho ammazzato io, potrei fare un cimitero", avrebbe confidato ad un suo intimo alleato.
Dall’atroce uccisione dopo due anni di prigionia del quindicenne Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido nel 1991, alle stragi del ‘92, nelle quali persero la vita, oltre che numerosi agenti della polizia e delle forze dell’ordine, anche e soprattutto i due eroi più autorevoli dell’antimafia, il magistrato Giovanni Falcone e il giudice Paolo Borsellino. Ma l’arresto del criminale dell’ala stragista di Cosa Nostra non può essere una risposta. Anzi, al contrario, è solo la prima di una serie di domande che necessitano di risposte. Il capitolo della lotta alla mafia è tutt’altro che chiuso.
La prima domanda che sorge spontanea è certamente la seguente: come è possibile che uno tra i primi latitanti più ricercati d’Italia e forse del mondo intero abbia goduto per 30 anni di una sostanziale impunità, vivendo nell'ombra e celandosi costantemente alle torce delle forze poliziesche, senza mai lasciare la Sicilia, il suo luogo d’origine? Queste sono le prime vere questioni che i magistrati e la polizia dovranno sciogliere.
Degli elementi interessanti a tal riguardo giungono dalla pm Teresa Principato, la quale afferma di esserci arrivata molto vicina nel 2012, ma anche di essere stata ostacolata dai suoi stessi colleghi. E allora, ecco che appare immediata una nuova questione: chi ha protetto Matteo Messina Denaro per tutti questi lunghi anni? Ad oggi, purtroppo, non è ancora possibile fornire una risposta certa, se non delle ipotesi.
Certo è che molto probabilmente la fitta rete di protezione che il boss mafioso era riuscito a creare in seguito alle estorsioni, ai traffici di droga, alle attività di riciclaggio e ai suoi investimenti di capitali nei settori più disparati dell’economia, è rimasta intatta, e forse è pronta a rinascere pur di raggiungere i propri scopi, anche in assenza del suo padrino.
“Ciò che oggi preoccupa un po’ è rivedere le stesse scene e reazioni di trent’anni fa:il clima di generale esultanza, l’unanime plauso dei politici, le congratulazioni e le dichiarazioni che parlano di ‘grande giorno’, di ‘vittoria della legalità’ e via dicendo. Non vorrei che si ripetessero gli errori commessi in seguito alla cattura di Riina e di Provenzano.
Le mafie non sono riducibili ai loro ‘capi’, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema”, queste le parole del fondatore di Libera don Luigi Ciotti, il quale fa riferimento alla situazione che si è andata determinando in seguito alla cattura di Matteo Messina Denaro, evento che è stato accolto da una grande gioia ed esultanza da gran parte del Paese. Come accadde anche ai tempi dell’arresto Giovanni Brusca e di Bernardo Provenzano, tanto che Falcone ammise al suo collega Borsellino “la gente inizia a fare il tifo per noi”. E poi, la storia ormai è nota a tutti.
Siamo davvero sicuri, dunque, che un arresto dopo 30 anni di latitanza, rappresenti una vittoria per lo Stato? La mafia non è stata affatto sconfitta. E la vera lotta alla mafia potrà realizzarsi soltanto se Matteo Messina Denaro potrà fungere per la magistratura e per le attività investigative da chiave, attraverso cui poter aprire un portone e chiarire alcuni punti interrogativi che circondano una figura come quella di Matteo Messina Denaro.
Comments