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Addio al Metropolitan: il grande schermo si spegne



Con grande dispiacere di tutti gli appassionati, il Cinema Metropolitan di Napoli ha ufficialmente cessato la sua attività. A partire da mercoledì 15 gennaio, le porte del multisala sono rimaste chiuse e il sito web non viene più aggiornato con la programmazione giornaliera. Al suo posto è comparsa una semplice pagina bianca.


Ricavato all'interno di una cavità sotterranea del rinomato Palazzo Cellamare, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, fu un rifugio antiaereo. Successivamente, durante la ricostruzione della città, fu affidata a Stefania Filo Speziale (prima architetta italiana e progettista di molti edifici e di luoghi storici di Napoli, tra cui l’unico grattacelo napoletano, il Jolly Hotel) la progettazione del Metropolitan. Per questo motivo nel 2013 è stato inserito nell'elenco di beni da trasferire al Comune di Napoli in quanto edificio storico.


Lo storico cinema, situato in via Chiaia, per anni è stato un punto di riferimento per la città essendo ubicato al centro delle vie dello shopping e delle grandi firme, è inoltre il più grande di Napoli. Negli anni 2000 è stato trasformato nel multisala che conosciamo: anche oggi, infatti, può contenere fino a 3000 persone.


La crisi del multisala è iniziata nel periodo Covid; la pandemia portò con sé gravi problematiche finanziarie in tutto il mondo del cinema definendo ufficialmente la supremazia delle piattaforme online.


Terminato il Covid però, un po’ più lentamente degli altri cinema, si stava rimettendo in sesto anche il Metropolitan, grazie alla gestione dei titolari Nicola Grispello e Giuseppe Caccavale, storico impresario napoletano.


Grazie ai due ci furono svariate iniziative per far tornare il cinema allo splendore di un tempo; tra le varie attività, non sufficientemente pubblicizzate, c’erano i vari sconti per gli spettacoli infrasettimanali, ad esempio: “lunedì giovani”, “martedì donna”, “mercoledì amici”, ma purtroppo l’abbassamento dei prezzi non è stato un incentivo talmente forte. Furono organizzati anche spettacoli con la presenza in sala di alcuni attori, tra cui l’americano James Franco per la prima del film “Hey Joe”, oppure durante la presentazione di “Napoli-New York” di Gabriele Salvatores con l’intervento di Pierfrancesco Favino, e ancora Angelo Duro con uscita del suo film “Io sono la fine del mondo”. Nonostante ciò, l’edificio, di proprietà della Banca Intesa San Paolo, fu messo all’asta nel 2023 a circa 2,5 milioni di euro.


Francesco Emilio Borrelli, giornalista e politico napoletano, afferma di essere rimasto sconcertato dalla segretezza e dalla poca trasparenza con la quale l’istituto bancario ha condotto la vendita del locale. “Vogliamo conoscere con quali criteri sia stato aggiudicato il bando per l’assegnazione dei locali, quale sia il soggetto aggiudicatario e se lo stato abbia fornito le necessarie garanzie per il rispetto della destinazione culturale del sito, prevista dal Decreto del Ministero della Cultura che ha inteso nel 2023 porre sulla struttura adibita a Cinema Multisala Metropolitan il vincolo di destinazione a fini culturali”.


Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha smentito le iniziali ipotesi sulla possibile costruzione di un supermercato o una sala bingo, questo perché “[…] Ci sono delle prerogative urbanistiche da rispettare e qualunque cosa venga fatta lì deve essere compatibile con i vincoli urbanistici della città e con quelle che sono le nostre volontà […]”. Il recente decreto del Ministero della Cultura ne impone la destinazione culturale prevalente e in tale prospettiva anche il futuro proprietario dovrà attenersi a tale vincolo. L’immobile ormai necessita di importanti lavori di restauro e ristrutturazione, l’ultima data ormai risale a circa 20 anni fa. La liberazione dei locali rappresenta il primo passo per il trasferimento della proprietà e l'avvio di un progetto che, si spera, restituisca al cinema Metropolitan la sua antica gloria.


Il 26 gennaio è stata organizzata una manifestazione: molte persone si sono presentate avanti alla sede storica in segno di protesta nei confronti della banca “il Metropolitan non è solo un cinema, ma è parte della nostra identità e memoria collettiva”. “Io sono cresciuta in questo cinema, in quanto memoria e luogo storico della città deve rimanere tale” – dicono alcuni dei presenti alla manifestazione. Purtroppo, essendo l’edificio già stato venduto ad un privato, non c’è nulla che una manifestazione possa fare, se non quello di scatenare nel compratore un po’ di compassione e riaprire il cinema ristrutturato e più bello di prima. Intanto ai 18 dipendenti è stata notificata la lettera di licenziamento, che fa capire che il cinema non riaprirà a breve o, forse, mai più.


Si conclude, probabilmente, un pezzo di storia per il quartiere di Chiaia, nonché luogo di ritrovo per molte persone, soprattutto i giovani


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