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“Rusalka” al Teatro San Carlo: la struggente storia di una ninfa tra amore e maledizione




Il teatro, fin dai tempi dell’antica Grecia, ha sempre avuto una funzione catartica, portando gli spettatori a vivere intensamente le passioni, i dolori e i dilemmi dei personaggi sulla scena. “Rusalka” non fa eccezione: attraverso il sacrificio della protagonista, il pubblico è spinto a riflettere sui propri desideri, sulle proprie fragilità e sull’ineluttabilità di certi destini. Come la tragedia classica, quest’opera invita non solo a osservare, ma a sentire profondamente, offrendo una forma di purificazione emotiva e intellettuale che solo il teatro può regalare.

La stagione lirica 2024-2025 al Teatro San Carlo di Napoli è stata inaugurata con la produzione di Rusalka al Teatro San Carlo di Napoli si è tenuta dal 20 novembre al 7 dicembre 2024. Alla prima dello spettacolo era presente anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Diretto da Dan Ettinger e con la regia di Dmitri Tcherniakov, lo spettacolo era centrato sulla figura della ninfa Rusalka che sacrifica la sua natura acquatica per amore, si sviluppa in un contesto che supera l'immaginario fiabesco, dove tradizione e innovazione si fondono mettendo in luce il dramma psicologico dei personaggi.


Rusalka, interpretata dal soprano Asmik Grigorian, è una figura tormentata, la cui aspirazione a diventare umana per conquistare l'amore del Principe la conduce alla tragica consapevolezza che il suo sogno si trasforma in incubo. Il Principe, interpretato da Adam Smith, è sedotto dall'ignoto ma incapace di comprendere veramente l'essenza di Rusalka, tradendola e contribuendo alla sua rovina. La regia di Tcherniakov ha enfatizzato questo conflitto, introducendo una scenografia contemporanea e minimalista che ha dato un senso di estraneità al mondo umano, rendendo ancor più palpabile la solitudine della protagonista.


Insieme al cast principale, tra cui Ekaterina Gubanova nei panni della Principessa Straniera e Anita Rachvelishvili come Ježibaba, la produzione ha reso un'importante riflessione psicologica sui desideri, le fragilità e l'ineluttabilità dei destini. La musica di Dvořák, con le sue melodie evocative, ha accompagnato la trasformazione tragica di Rusalka, in particolare con l'aria "Canto alla luna", che riflette il suo desiderio ardente di umanità, desiderio che poi la porterà alla rovina. La direzione musicale di Ettinger ha saputo esaltare l'intensità emotiva della partitura, creando un legame indissolubile con il dramma.


L'uso innovativo della tecnologia, con elementi video e animazioni, ha aggiunto un ulteriore strato alla narrazione, rendendo lo spettacolo coinvolgente e visivamente stimolante.

La produzione è stata lodata infatti per la capacità di combinare tradizione e modernità, offrendo al pubblico un’esperienza emozionante e riflessiva. L’opera, presentata in ceco con sovratitoli in italiano e inglese, è durata circa tre ore e mezza con due intervalli, attirando un vasto pubblico e riscuotendo un successo unanime sia tra gli spettatori che tra la critica specializzata.

La produzione ha saputo unire tradizione e modernità, riuscendo a parlare al pubblico contemporaneo pur mantenendo fede alla profondità emotiva e alla bellezza della partitura di Dvořák. Rusalka al Teatro San Carlo è stata quindi un'esperienza intensa, capace di toccare il pubblico e di stimolare una riflessione profonda sulla condizione umana, proprio come le tragedie classiche.

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