Una settimana da leoni – Portogallo “carbon free” per 6 giorni
- Il Napoletano Espanso
- 21 dic 2023
- Tempo di lettura: 3 min

La corsa al divenire sempre più ecosostenibili è qualcosa che coinvolge ogni individuo su questo pianeta, dal mattino alla sera abbiamo una moltitudine di comportamenti che possono essere nocivi o viceversa possono migliorare la salute e l’ambiente del mondo.
In fondo ogni persona pensa che nel suo piccolo non possa fare granché per portare grandi cambiamenti a livello significativo, in modo da contrastare la grande crisi climatica di questo secolo e inoltre può essere definita come una sorta di apocalisse, o almeno il suo principio. Questo “principio”, tuttavia, è già ben visibile agli occhi di tutti ed esempi eclatanti sono le temperature estreme rilevabili in qualunque continente del globo, ma anche la trasformazione di flora e fauna che si stanno adeguando, in alcuni casi, a questo, ma l’altra faccia della medaglia evidenzia come numerose specie di flora e fauna stanno andando in modo lento e quasi irreversibile, per causa dell’essere umano, verso ad un’estinzione di massa paragonabile a quelle del passato.
Ciononostante, la maggior parte della popolazione mondiale ignora il fattore di maggior rilevanza fra tutti: Con l’assetto attuale, rimasto invariato dal secolo scorso con l’avvento della seconda rivoluzione industriale, il pianeta finirà per spazzare qualunque cosa animata o inanimata, e quindi anche la razza umana, portandola all’estinzione una volta per tutte.
Per non sfociare nella catastrofe le varie nazioni del mondo hanno preso vari accordi (per esempio l’Accordo di Parigi del 12 dicembre 2015) negli ultimi anni per limitare i danni prodotti dall’inquinamento in ogni sua forma conosciuta dall’essere umano. Gli accordi come quello sopra citato impongono molte linee guida da rispettare e seguire in modo da ottenere nel minor tempo possibile risultati utili ed evidenti. Come fulcro, l’accordo preso dai paesi delle Nazioni Unite nel lontano 2015, pone il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050; ciò vuol dire che ogni singola nazione si impegna a riportare i parametri di inquinamento a quelli preindustriali e sviluppare soprattutto un’economia e una società prettamente sostenibile, in modo da garantire alle generazioni future un mondo sano e abitabile.
Nelle ultime settimane si è potuto notare in modo evidente come stanno arrivando i primi risultati nonché i primi passi verso l’evoluzione per quanto riguarda l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’eliminazione progressiva delle fonti fossili altamente inquinanti e causa principale della crisi climatica del secolo attuale.
Un esempio eclatante può essere l’impresa da record del Portogallo; per una settimana la nazione lusitana è riuscita sfamare il fabbisogno energetico con solo ed esclusivamente fonti rinnovabili come l’eolica e la solare, in più per novantacinque ore delle centotrentuno totali (che sarebbe la durata dell’impresa) hanno prodotto abbastanza energia da esportarne una parte nelle zone vicine in Spagna. Insomma, il Portogallo è riuscito ad affrancarsi per 131 ore consecutive della produzione di gas naturale (il record precedente era di 56 ore).
Questo traguardo è stato giunto grazie alle scelte del governo portoghese in questi anni, infatti, già nel 2016, si pose di diventare “carbon-neutral” entro il 2030, quindi ridurre le emissioni di gas serra e dare spazio all’energia pulita. I primi frutti di queste novità si mettono in mostra grazie alla complementarità tra le centrali eoliche e quelle solari, distribuite in modo strategico sul territorio.
Il prossimo passo per il Portogallo è fare a meno delle centrali alimentate a gas naturale e raddoppiare la produzione di energia con centrali ad idrogeno e solari.
Il forte attivismo sta rendendo il paese iberico una sorta di colosso nel campo delle politiche energetiche, ma soprattutto lo sta proponendo come un esempio da seguire per ogni Paese della Comunità Europea per invertire la rotta verso un mondo completamente sostenibile.
Comentarios