Novel food: è davvero cibo finto?
- Alessandro Di Giovanni
- 14 mag 2023
- Tempo di lettura: 4 min
di Alessandro Di Giovanni

Nell’ultimo anno i politici dell’UE si sono interessati alla questione dei “novel food”, ossia cibi considerati “nuovi” rispetto a quelli generalmente consumati. Questi alimenti differiscono da quelli che consideriamo “normali” per essere innovativi oppure perché sono prodotti con l’ausilio di nuove tecnologie e processi di produzione. L’Ue sta cercando di autorizzare la produzione, la vendita e la consumazione di questi cibi anche per favorire la transizione alimentare volta a combattere il cambiamento climatico.
Sulle tavole degli europei, già dal giugno del 2021, possono arrivare larve, locuste e grilli, che hanno superato le fasi di controllo condotte dall’EFSA per essere commercializzati. Difatti i novel food, prima di poter essere autorizzati, devono essere attentamente controllati dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che deve accertarsi che questi cibi siano sicuri per i consumatori e che abbiano dei valori nutrizionali salutari. Dopo che questi controlli sono stati svolti, se viene autorizzato un “novel food”, i produttori devono accertarsi che sulle confezioni di questi nuovi prodotti sia indicata la presenza di questi ultimi.
Il 24 gennaio 2023, in Europa, è stata autorizzata la vendita e la produzione di farina di grillo, ottenuta macinando grilli del genere Acheta. Negli ultimi mesi, invece, l’EFSA sta controllando e studiando la carne sintetica o carne coltivata. È risaputo che la consumazione sicura di insetti sia un dibattito scientifico-alimentare molto delicato da trattare, ma, in Italia, col tempo, è diventata una discussione con scopi politico-ideologici, infatti, i politici del Governo Meloni si sono già apertamente opposti alla vendita e consumazione di farina di grillo e carne sintetica.
In effetti, il ministro per l’agricoltura Francesco Lollobrigida ha già vietato la vendita di carne coltivata in Italia, oltre ad aver firmato un decreto-legge che prevede l’etichettatura di tutti i prodotti che presentino al loro interno farina di grillo (cosa già obbligatoria nell’Unione Europea) e di riservare scaffali appositamente per l’esposizione di questi prodotti, pena il pagamento di multe che vanno da 10 a 60 mila euro.
Queste operazioni hanno ragioni puramente politiche ed ideologiche, non appoggiate dagli scienziati, che hanno analizzato punto per punto le componenti e la produzione di questi cibi. Partendo dalla farina di grillo, gli scienziati hanno scoperto che questo ingrediente è ad alto apporto proteico ad alto valore biologico, oltre ad essere ricca di calcio, potassio, ferro e vitamina B12; quindi, ottima per prevenire malattie come l’osteoporosi e l’anemia. Questa farina ha un colore marrone scuro ed un sapore simile alla nocciola.
La farina di grillo ha un semplice metodo di produzione: inizialmente vengono rimosse le viscere da grilli precedentemente allevati, poi vengono liofilizzati (ossia viene eliminata l’acqua al loro interno attraverso particolari macchinari), cotti al forno e infine macinati. Gli studiosi hanno appurato che, oltre ad essere sicura e sana, la farina di grillo è anche eco-sostenibile e può rappresentare una fonte proteica in grado di sostituire la carne, dato che, per allevare dei grilli è necessario utilizzare meno mangime rispetto ad ovini e bovini, e soprattutto, ci vuole meno spazio e meno tempo, in aggiunta, gli insetti si riproducono in maniera esponenziale, il che facilita la loro produzione.
Riguardo invece la carne sintetica, gli studiosi hanno constatato che presenta gli stessi valori nutrizionali e che ha lo stesso sapore della carne classica. Al contrario di quello che ci suggerisce il nome, ossia un alimento creato da zero in laboratorio, la carne sintetica si produce partendo da cellule vive di animali.
Dopo aver prelevato le cellule dai muscoli di un animale attraverso un processo chiamato “biopsia”, queste vengono immerse in dei bioreattori, macchinari in grado di creare ambienti adatti alla riproduzione di cellule. Nei bioreattori sono inseriti anche liquidi, di origine vegetale, che hanno la funzione di nutrire le cellule che si riproducono. Dopo che le cellule si sono riprodotte per un po’ di tempo, dai bioreattori escono dei macinati di carne, che vengono poi modellati in hamburger, salsicce, eccetera eccetera.
La carne sintetica è un’alternativa cruelty free alla normale carne, infatti non viene ucciso nessun animale, inoltre, bastano solo poche cellule per produrre decine di chili di carne. La carne coltivata è perciò un’altra soluzione agli allevamenti intensivi, e per produrla non è necessario usare grandi quantità d’acqua, suolo ed energia. Infine, in questa carne non ci sono tracce di antibiotici né di pesticidi.
Questi prodotti costano ancora tanto, perché sono prodotti di nicchia e non ci sono grandi aziende specializzate nella loro produzione, ma solo piccole attività, ma col tempo il prezzo è destinato a scendere.
Molti italiani, anche per i provvedimenti del ministro Lollobrigida, hanno paura di mangiare questi alimenti, oppure sono solo disgustati all’idea di assaggiare questi prodotti, e quindi sono contro la loro vendita e produzione. Dobbiamo però pensare che questi alimenti non sostituiranno mai, del tutto, ingredienti come la farina di grano o la carne animale, inoltre, chi non vorrà mangiarla sarà libero di non acquistarla; perciò, non ci sono motivi per opporsi a chi invece, questo mondo, lo vuole realmente cambiare.
Infine, tra le speranze degli scienziati, c’è quella di riuscire a sfamare le famiglie dei paesi più poveri grazie alla grande produzione di alimenti, sempre se le nostre istituzioni si impegneranno a distribuire equamente nel mondo il cibo di cui tutti necessitiamo.
E tu cosa ne pensi? Dicci la tua!
コメント